I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil – segnala il sito delle piccole-medie imprese pmi.it – hanno chiesto al Governo di valutare in manovra 2020 lo sblocco della rivalutazione sulle pensioni, sebbene nella NaDEF 2019 non vi sia traccia di fondi da destinare a questo ulteriore intervento di natura previdenziale, che comunque resta al centro dei negoziati.
La richiesta delle sigle sindacali è chiara: rivalutazione piena. Se ne discuterà l’11 ottobre assieme al Ministero del Lavoro.
Al momento, la rivalutazione delle pensioni è al 100% solo per i trattamenti fino a tre volte il minimo. Per gli assegni più alti, la percentuale di rivalutazione si riduce progressivamente:
- 97% fra tre e quattro volte il minimo (intorno ai 2mila euro)
- 77% fra quattro e cinque volte (2mila 500 euro)
- 52% fra cinque e sei volte (3mila euro)
- 47% fra sei e otto volte (4mila euro)
- 45% fra otto e nove volte (4mila 500 euro)
- 40% sopra nove volte il trattamento minimo.
Il punto è che per la misura, al momento, non ci sono risorse disponibili. In Manovra 2020 sono annunciate solo la proroga dell’Opzione Donna e dell’APE Social, quest’ultimo a fine 2020.
Previsti da subito, invece, i primi investimenti nelle pensioni di garanzia per i giovani. Per il resto, le misure previdenziali sembrano rimandate ai prossimi anni. E, anche in base a quanto dichiarano i sindacati, non ci sono al momento risposte positive del Governo sulla disponibilità di risorse per la rivalutazione delle pensioni.