(Teleborsa) – L’OCSE rilancia la Web Tax e propone un “approccio unificato” per la tassazione delle multinazionali e del settore digitale, che presenterà al G20 la prossima settimana, al fine di arrivare a un accordo politico entro giugno. La proposta dell’OCSE mira ad “assicurare che i grandi e assai redditizi gruppi multinazionali, incluse le società digitali, paghino le tasse dovunque abbiano significativi legami diretti con i consumatori e generino i loro profitti”.
“Il mancato raggiungimento di un accordo entro il 2020 – ha affermato il segretario Ocse Angel Gurria – aumenterebbe notevolmente il rischio che i paesi agiscano unilateralmente, con conseguenze negative su un’economia globale già fragile”. Nel documento posto alla pubblica consultazione l’OCSE propone dunque un approccio comune per evitare che gli Stati agiscano ognuno in modo diverso dall’altro.
“La proposta – spiega l’Organizzazione – riunisce gli elementi comuni da 3 progetti avanzati da Paesi che aderiscono all’Inclusive Framerwork sul Beps (Base Erosion and Profit Shifting) in sede OCSE/G20, che riunisce 134 Paesi e mira a contrastare l’evasione fiscale internazionale da parte delle multinazionali. L’OCSE propone di riallocare alcuni profitti e la corrispondente parte dei diritti di imposizione nei Paesi dove le multinazionali hanno mercato. In questo modo le multinazionali che hanno un’attività significativa negli Stati dove non hanno una presenza fisica verrebbero comunque tassate, attraverso la creazione di nuove regole specifiche.
“Stiamo facendo veri progressi sulle questioni in materia di tassazione che sorgono dalla digitalizzazione dell’economia e continuiamo ad avanzare verso una soluzione basata sul consenso per rivedere le regole del sistema di tassazione internazionale entro il 2020″, ha commentato Gurria, aggiungendo che “se non sarà trovato un accordo entro il 2020, aumenterà il rischio che i Paesi agiscano unilateralmente, con conseguenze negative nella già fragile economia globale. Non dobbiamo permettere che questo accada”.
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