(Teleborsa) – Semaforo verde del Consiglio dei Ministri alla nota di aggiornamento al Def (NaDEF): disattivazione dell’aumento Iva, deficit 2019 e 2020 al 2,2%, come auspicato dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole UE. Poi cala nei due anni successivi: all’1,8% nel 2021 e all’1,4% nel 2022. La manovra per il 2020 sarà di circa 29 miliardi. Previsti interventi, tra nuove entrate e riduzioni di spesa, per circa 14,4 miliardi.La flessibilità sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del Pil. Il debito non è nei parametri di Bruxelles, dal momento che il calo è ridotto (dal 135,7% al 135,1% del Pil). Tra i pilastri chiave dell’azione dell’Esecutivo, come più volte dichiarato nelle scorse ore, oltre alla flessibilità chiesta a Bruxelles, la lotta all’evasione: un quarto di tutte le risorse, infatti, arriva da lì e il capitolo è tutto da scrivere.
Si legge nel dettaglio: “Le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra per il 2020 sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi)” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.
Nella conferenza stampa a margine del vertice a Palazzo Chigi, soddisfazione a doppia voce espressa dal Premier Conte che richiama ancora una volta l’intenzione di “realizzare un piano per combattere l’evasione delle tasse come mai è stato fatto prima” e dal titolare di Via XX settembre, Gualtieri che sottolinea “Con la discesa dello spread c’è stato un significativo miglioramento del costo del finanziamento del debito pubblico che è nettamente ridotto. Noi stimiamo come minor costo del debito pubblico l’anno prossimo 6 miliardi: siamo ambiziosi”.