(Teleborsa) – Rappresentano solo il 5% degli imprenditori nella distribuzione auto ma valgono circa un quarto dell’intero mercato, per un valore salito a oltre 15 miliardi di euro. I 50 top concessionari italiani accelerano nonostante un 2018 in recessione e segnano una crescita del 10% sul 2017, portando la progressione del fatturato medio nell’ultimo decennio a +54%.
È lo scenario presentato da Quintegia nell’ambito dell’Annual Meeting – Top Dealer Network, l’incontro a porte chiuse della community dei più grandi dealer italiani che ha anticipato l’Automotive Forum, in corso oggi a Milano.
“Stiamo assistendo ad una polarizzazione crescente del mercato – spiega Luca Montagner, senior advisor della società trevigiana di ricerca, networking e formazione – una trasformazione radicale che si stima possa tradursi in una market share dei 50 top player pari al 29% nel 2019“.
“Questo scenario – conclude Montagner – è il risultato di un processo senza precedenti di fusioni e acquisizioni, che solo negli ultimi 18 mesi ha visto i primi 10 gruppi per fatturato in Italia mettere a segno 19 nuove acquisizioni”. Tra questi, il gruppo Eurocar con 5 acquisizioni, Autotorino con 2 acquisti e una fusione (con Autostar), Penske (1 acquisizione) e Bossoni con 3.
Tra i marchi più rappresentati, primeggiano Fiat e Alfa Romeo – presenti nel 38% dei casi – seguiti dai premium Jeep (34%), Bmw, Mercedes e Volkswagen (32%), Volvo (28%) e Audi (26%), con Skoda, Toyota e Nissan sopra il 20%.
In vetta al ranking 2018 per fatturato tra i top dealer la Eurocar (Porsche Holding), che sorpassa (di poco) Autotorino, mentre rimangono stabili le posizioni di Intergea, Penske e Bossoni. I 10 top dealer, rileva l’analisi Quintegia, sono basati totalmente nel Nord del Paese e realizzano mediamente 600 milioni di euro con quasi il 10% delle auto nuove vendute in Italia. Un valore del fatturato che nell’ultimo decennio ha registrato un incremento del 67%, a riprova del consolidamento avviato nella rete distributiva italiana che nello stesso periodo ha visto chiudere le saracinesche al 60% dei propri imprenditori.
(Foto: ANSA)