(Teleborsa) – Lavori in corso nel “cantiere della manovra” che “non sarà restrittiva” – come ha precisato parlando da Helsinki, in occasione dell’Ecofin, il neo Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, lanciando un chiaro messaggio ai partner europei – con il deficit che per il 2020 resta in zona 2%, più o meno lo stesso del 2019.
A Via XX settembre contano di poter far affidamento – sulla spinta della ritrovata vena europeista del Conte bis – sui circa 10 miliardi di flessibilità che Bruxelles sembrerebbe disposta a concedere, da sommare ai risparmi aggiuntivi da Reddito di Cittadinanza e Quota 100, circa 5 miliardi, da convogliare verso nuovi interventi. Boccata d’ossigeno in arrivo anche dallo spread – se dovesse mantenersi ai livelli minimi attuali – grazie al calo della spesa sugli interessi. All’appello mancano comunque più di 15 miliardi di euro da reperire tra tagli di spesa, revisione delle agevolazioni fiscali e lotta all’evasione, come lo stesso Premier Conte ha sottolineato nel corso del suo incontro con i sindacati, anticipando l’ossatura della prossima Legge di Bilancio.
VERSO IMU-TASI UNIFICATA – Intanto, nel pacchetto fiscale della manovra, insieme al taglio del cuneo, da sempre caro al Pd su cui convergono anche i Cinquestelle, rispunta l’unificazione di Imu e Tasi come ha lasciato intendere il viceministro all’Economia Antonio Misiani (Pd). Durante l’ormai archiviata esperienza di Governo gialloverde, si era parlato con grande insistenza della “nuova Imu”, definita dal DDL il cui primo firmatario era il vice presidente della commissione Finanze della Camera, il leghista Alberto Gusmeroli , nato appunto dalla volontà di accorpare IMU (l’imposta municipale unica) e la Tasi (la tassa dei servizi indivisibili), oltre a ridurre il carico fiscale dei contribuenti.
Il passaggio di testimone non affossa il progetto che, dunque, resta in piedi , perché “è di assoluto buonsenso”, sostiene Misiani.