Che Quota 100 avrebbe interessato una platera inferiore alle attese iniziali si era capito presto, il flusso dei dati Inps parlava chiaro. Ma che ci sarebbe potuto essere un vero e proprio crollo delle domande nel giro di pochissimi mesi era davvero difficile aspettarselo, indipendentemente dalle dinamiche politiche. Immediatamente dopo l’entrata in vigore del decreto di gennaio, si viaggiava con una media di 4mila domande, lo scorso agosto il flusso giornaliero si è ridotto a meno di 300, un crollo di oltre il 90%.
Tendenza difficilmente spiegabile soprattutto tenendo conto delle finestre trimestrali di posticipo: con il passare dei mesi la misura avrebbe dovuto teoricamente incontrare una crescita di adesione, anche grazie alla sua diffusione tramite la comunicazione pubblica che ne ha accompagnato i primi passi. Invece da fine Marzo in poi le domande giornaliere sono velocemente precipitate al di sotto delle mille, da aprile in avanti solo alcune centinaia alla volta con un trend fortemente decrescente: da 837 domande al giorno di aprile alle 288 già segnalate per il mese scorso.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha già affermato che su Quota 100 le minori spese potrebbero arrivare a 4 miliardi entro il 2020. Il fondo ad hoc della legge di Bilancio 2019 stanziare per le nuove pensioni anticipate 3,8 miliardi quest’anno, 7,9 il prossimo, 8,4 nel 2021 (anno in cui si conclude la sperimentazione “Quota 100”) e 7,9 nel 2022. Totale nel primo quadriennio 28 miliardi da finanziare con nuovo fabbisogno.