(Teleborsa) – “L’ipotesi di tassare il contante non è la strada da seguire. Una tassa fondata sul nesso presuntivo tra contante ed evasione colpirebbe, infatti, i tantissimi che certo evasori non sono e che semplicemente fanno ricorso a moneta legale sotto forma di carta moneta o moneta metallica”. E’ quanto afferma Confcommercio in una nota, sottolineando che “occorre, invece, perseguire l’obiettivo di una maggiore diffusione dei mezzi di pagamento elettronici per ragioni di tracciabilità, di sicurezza, di riduzione dei costi”.
Un obiettivo da raggiungere, ad esempio, secondo Confcommercio, riconoscendo un credito d’imposta al consumatore sugli acquisti di beni e servizi realizzati mediante carte o rendendo universale il principio del pagamento attraverso mezzi tracciabili per l’accesso a deduzioni e detrazioni fiscali già previste. Un ulteriore incentivo potrebbe essere la diffusione di carte Bancomat o prepagate senza costi di emissione per i cittadini di età superiore ai 65 anni, pari a circa un quarto della popolazione italiana.
“La priorità – conclude Confcommercio – rimane, comunque, quella di ridurre le commissioni previste per l’utilizzo della moneta elettronica sia per gli acquirenti che per i commercianti. Per questi ultimi, la riduzione può essere realizzata anche per via fiscale attraverso lo strumento del credito d’imposta. In ogni caso, i micropagamenti, quelli ad esempio al di sotto di 30 euro, dovrebbero essere esenti da commissioni a carico delle imprese del commercio”.