(Teleborsa) – Tassare il contante è uno strumento importante per combattere il riciclaggio ma non lo è altrettanto per l’evasione fiscale per cui, invece, sarebbe più utile tracciare i pagamenti. A dirlo è l’ex ministro dell’Economia, Vincenzo Visco, nel suo articolo pubblicato da Inpiù.
La proposta è stata lanciata da Confindustria e punta a ridimensionare il sommerso e recuperare evasione fiscale, ma, secondo Visco, ciò comporterebbe “di riconoscere un credito d’imposta del 2% per tutti i pagamenti effettuati con strumenti elettronici“.
“Naturalmente esiste una relazione tra evasione e uso del contante – sottolinea l’economista – e infatti l’innalzamento della soglia per i pagamenti in moneta da 1.000 a 3.000 euro decisa dal Governo Renzi fu al tempo giustamente criticata”.
“È anche vero che l’uso dei pagamenti elettronici in Italia è molto inferiore a quelli degli altri Paesi“, ricorda Visco, sottolineando “il ritardo nella digitalizzazione della nostra economia”.
La soluzione dovrebbe essere graduale “man mano che avvenissero progressi in questo settore in verità strategico. Ma, mentre la limitazione del contante è importantissima a fini anti riciclaggio, ai fini del contrasto all’evasione essa non sembra particolarmente efficace“.
I motivi, per l’ex ministro, sono essenzialmente due. “La misura sarebbe facilmente eludibile: sarebbe sufficiente infatti garantire uno sconto superiore al 2% sul prezzo di vendita per invogliare i consumatori a continuare a pagare in contanti”, scrive Visco.
Ciò che più conta è che “la parte assolutamente prevalente dell’evasione non si verifica nelle transazioni finali, bensì a monte di esse, attraverso la manipolazione della contabilità e dei bilanci. In sostanza potrebbe esserci un’economia senza contante ma con evasione“.
Per Visco “la soluzione va ricercata invece nella tracciabilità dei pagamenti e, più in generale, delle attività economiche, secondo quanto personalmente suggerisco da ormai quasi 10 anni. In estrema sintesi, l’evasione si recupera rafforzando la fatturazione elettronica ed estendendola a tutti i contribuenti, forfettari compresi. Introducendo sanzioni adeguate per chi non invia le fatture”.