(Teleborsa) – Dati paradossali e sconfortanti quelli raccolti dal sindacato della scuola, Anief, sulla questione delle immissioni in ruolo, per quanto riguarda gli istituti scolastici del capoluogo siciliano e della sua provincia.
“In alcune materie non è stato possibile completare le assunzioni per carenza di aspiranti. Una situazione che ha dell’assurdo in una regione che deve fare i conti col più alto tasso di disoccupazione giovanile del Paese”, spiega l’edizione palermitana del quotidiano La Repubblica.
Alla fine delle operazioni, secondo quanto risulta ad Anief, sono ad esempio senza titolare almeno una decina di posti sia per le classe di concorso Flauto (AG-56, secondaria di primo grado) che per quella Percussioni (AI-56, secondaria di primo grado). Per quanto riguarda poi la secondaria di secondo grado da GaE, per esempio, risulta un notevole residuo delle immissioni in ruolo per la classe di concorso A-41, Scienze e tecnologie informatiche.
Le cause di questa situazione assurda sono endemiche – sottolinea la sigla sindacale – legate alla mancanza di graduatorie da cui attingere i docenti di ruolo: una condizione tipica delle regioni settentrionali, ma che negli ultimi anni si è diffusa anche al sud. Il concorso 2016 è pressoché esaurito in tutte le classi di concorso e quello straordinario per abilitati del 2018, voluto dal Miur, non ha di certo risolto le problematiche, soprattutto di alcune specifiche classi di concorso. L’aggiornamento delle GaE e la relativa possibilità di reinserimento non hanno fatto altro che aumentare le fila delle graduatorie di Infanzia e Primaria, lasciando invariate quelle della secondaria.
“Ci troviamo nuovamente di fronte a una situazione in cui la supplentite non è messa alle strette, ma lasciata lì a perpetrare – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Nello specifico, a Palermo abbiamo, sia nella secondaria di primo che di secondo grado, circa 50 cattedre, posto comune, andate vacanti e che verranno assegnate a supplenti. Il motivo non è certo quello di non avere dei docenti abilitati a cui far ricoprire quegli insegnamenti. La questione è sempre la stessa – aggiunge il sindacalista autonomo – lo Stato preferisce assumere a tempo determinato un supplente, piuttosto che immettere in ruolo un docente specializzato e pronto per ricoprire la cattedra per la quale si è preparato per anni. Noi non ci stiamo e ci batteremo sempre per porre fine al triste fenomeno della supplentite“.