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BCE, Intesa Sp: natura aperta programma acquisti è la parte più sorprendente annuncio

(Teleborsa) – “La natura aperta del programma di acquisti è la parte più sorprendente dell’annuncio” della BCE. In particolare, “la dichiarazione che sarà terminato a ridosso del rialzo dei tassi, implica indirettamente che gli acquisti netti continueranno fino a quando l’inflazione non avrà raggiunto l’obiettivo. Tale passo, quindi, ci avvicina un pò alla giapponesizzazione della politica monetaria in Europa”. E’ il
commento di Luca Mezzomo, Responsabile dell’Analisi Macroeconomica Direzione Studi e Ricerche di , sulla riunione della BCE.

“Legando gli acquisti netti al raggiungimento dell’obiettivo di inflazione, data la minore efficacia della politica monetaria in questa fase – aggiunge – si apre alla prospettiva del trasferimento di una quota crescente del debito pubblico nel bilancio dell’Eurosistema attraverso acquisti netti superiori alle emissioni nette dei governi. Se tale impostazione verrà confermata, probabilmente ciò renderà necessario nel tempo anche un allentamento dei criteri di allocazione degli acquisti, dato che l’Eurosistema già detiene oltre il 30% del debito tedesco eligibile. Draghi ha però dichiarato che gli acquisti netto potranno continuare per un “periodo piuttosto lungo” senza bisogno di discutere dei limiti”.

“A mitigare la radicalità di questa scelta – osserva Mezzomo – va detto che si tratta di una aspettativa del Consiglio Direttivo, che potrebbe mutare nel tempo. Ma ciò è vero anche per l’indirizzo che la BCE fornisce sui tassi ufficiali. In effetti, se e come l’easing bias si tradurrà in nuove misure di stimolo, e per quanto gli acquisti continueranno, sono questioni che dipendono dall’evoluzione dell’attività economica reale nel 2020″.

A tale riguardo, prosegue, “le previsioni dello staff sull’inflazione e la crescita sono state limate, come previsto. La crescita è stimata 1,1 e 1,2% rispettivamente nel 2019 e nel 2020, con una più marcata accelerazione nel 2021. Le stime sono appena superiori alle nostre proiezioni: tuttavia, Draghi ha ricordato che lo scenario di base non include l’ipotesi di no-deal Brexit, che potrebbe quindi portare a ulteriori limature della crescita, se si realizzasse. L’inflazione è invece prevista a 1,2% e 1,0% rispettivamente, con una risalita successiva a 1,5%. In questo caso, i numeri per il primo biennio sono pressoché identici ai nostri”.

Tale scenario, secondo l’economista, “implica nel 2020 un’accelerazione della crescita reale maggiore di quanto non appaia dalle medie annue. Quindi, se lo scenario è corretto, nel primo semestre del significativo miglioramento dei dati per evitare una nuova limatura dei tassi 2020 servirà un significativo miglioramento dei dati per evitare una nuova limatura dei tassi. Non ci sarebbe scenario migliore per la BCE di una pronta riaccelerazione del ciclo economico europeo a inizio 2020, che sarebbe percepita come un successo delle misure aggressive messe in campo quest’anno. Tutto sarebbe più facile se la politica fiscale venisse allentata più rapidamente in Germania. Nel secondo semestre, invece, se i dati saranno migliorati come da scenario di base, potrebbe iniziare un dibattito riguardo all’opportunità di ridurre lo stimolo, e la svolta maturerebbe forse nel 2021. Tuttavia – conclude – lo scenario macroeconomico internazionale è così incerto che il bilancio dei rischi potrebbe obbligare la Banca centrale a continuare gli acquisti netti anche nel 2021, mantenendo un orientamento molto espansivo della politica monetaria”.

(Foto: © Roman Babakin/123RF)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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