Continuano ad arrivare nuove proposte su come disincentivare l’utilizzo di contanti da parte dei consumatori italiani (che, invece, sono tra i maggiori utilizzatori di moneta contante anziché elettronica in Unione Europea).
Un paio di giorni fa, ad esempio, il Movimento 5 stelle ha proposto di aumentare l’IVA solo per chi paga in contanti, “esentando” così dall’aumento dei prezzi chi è solito pagare con carta di credito, bancomat o altri metodi elettronici. In queste ultime ore, invece, il Centro Studi Confindustria ha proposto una tassazione del 2,5% sui prelievi in contante superiori ai 1.500 euro mensili.
Una proposta che proprio non va giù a Confesercenti, che dice “no” alla tassa sui contanti poiché – spiega – sarebbe una “stangata su consumi” e un “problema per i più anziani”. “Quella della tassa sui contanti è un’idea che non ci piace: sarebbe una stangata da miliardi di euro sui consumatori, che concorrerebbe sicuramente a deprimere ancora di più la spesa delle famiglie, già in rallentamento. Ci chiediamo inoltre quale sarebbe l’impatto di una misura del genere sulla popolazione più anziana del nostro Paese” – afferma Confesercenti.
Questo non vuol dire che la Confederazione degli esercenti sia contraria alla diffusione della moneta elettronica. Anzi. Solo che la sua promozione dovrebbe passare attraverso altri strumenti e non una nuova tassa che avrebbe effetti deleteri per l’economia. “Siamo assolutamente convinti – continua la nota – della necessità di promuovere la diffusione della moneta elettronica, non solo per ragioni di tracciabilità e trasparenza, ma anche di sicurezza degli operatori commerciali. Ma al bastone preferiremmo la carota: quella della tassa sui contanti non è la strada giusta, meglio incentivare l’utilizzo di carte di credito e bancomat, con agevolazioni per i consumatori e minori costi per le imprese”.