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Mercati chiusi anche il Lunedì di Pasqua, riapre Wall Street
(Teleborsa) – Dopo la chiusura di venerdì, i mercati europei non scambieranno nemmeno lunedì 21 aprile 2025 (Lunedì di Pasqua). Tra gli altri listini, sarà chiusa anche la Borsa di Hong Kong e quella australiana, mentre quelli di Tokyo, Singapore, Stati Uniti e Canada saranno aperti.Guardando al calendario delle trimestrali, spiccano la prossima settimana quelle di SAP (martedì), Saipem, Var Energi, Volvo, BE Semiconductor (mercoledì), Bankinter, Delivery Hero, Eni, STMicroelectronics, Orange, BNP Paribas (giovedì), Yara e Wartsila venerdì.Sul fronte macroeconomico, martedì sarà reso noto il clima di fiducia dei consumatori europei, mercoledì il Purchasing Managers Index (PMI) dell’Eurozona e degli Stati Uniti, giovedì l’indice IFO Business Climate della Germania, venerdì le vendite al dettaglio nel Regno Unito e la Consumer Survey Center dell’Università del Michigan per gli Stati Uniti.Tra gli altri appuntamenti, la settimana prossima si guarderà alla riunione della Banca Popolare Cinese, che dovrebbe mantenere invariati i suoi tassi di interesse chiave per il sesto mese consecutivo.Inoltre, a partire da lunedì, si terranno le riunioni di primavera del 2025 del FMI e della Banca Mondiale. Gli incontri riuniranno banchieri centrali, ministri delle finanze, dirigenti del settore privato e accademici per discutere dello stato dell’economia globale e di questioni di interesse internazionale. LEGGI TUTTO
Unicredit-Banco Bpm, Cdm dà via libera condizionato all’Ops
(Teleborsa) – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera condizionato all’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm. Lo riportano diverse agenzie di stampa citando fonti ascoltate al termine del Cdm.UniCredit conta di lanciare la sua offerta pubblica di acquisto su BPM da 14 miliardi di euro il 28 aprile. L’istituto di credito ha però già fatto sapere di riservarsi il diritto di attendere fino al 30 giugno per decidere se rinunciare alle condizioni che attualmente le consentirebbero di ritirarsi.Reuters riporta che il governo ha esaminato l’accordo alla luce del “golden power” ma segnala che le sue fonti non hanno fornito dettagli sulle condizioni stabilite dal governo per l’approvazione dell’accordo. Un’altra fonte aveva riferito all’agenzia di stampa che il governo avrebbe chiesto a UniCredit di lasciare la Russia il prima possibile. La banca ha già iniziato a ridurre la sua esposizione russa dopo la richiesta arrivata dalla Banca Centrale Europea un anno fa ma il Ceo, Andrea Orcel, ha dichiarato di essersi rifiutato di danneggiare gli azionisti uscendo senza un prezzo equo per gli asset.Ansa fa sapere che la delegazione di Forza Italia in consiglio dei ministri sul via libera condizionato all’operazione di Unicredit su Banco Bpm ha fatto mettere a “verbale le grosse riserve sulla base giuridica della golden power per l’ops di UniCredit su Bpm”. LEGGI TUTTO
Risanamento proseguirà attività di bonifica di Milano Santa Giulia legate a Olimpiadi
(Teleborsa) – Risanamento, property company quotata su Euronext Milan, ha reso noto che, in esecuzione del relativo term sheet vincolante già noto al mercato e a seguito dell’avveramento delle condizioni sospensive previste, è stato sottoscritto con il fondo MSG Heartbeat l’addendum al Development Framework Agreement del 29 giugno 2023 concernente.In particolare, Risanamento proseguirà (quale committente attraverso terzi appaltatori) le residuali attività di bonifica dell’area Milano Santa Giulia legate all’evento olimpico e la realizzazione di talune opere infrastrutturali cosiddette olimpiche. Gli importi necessari per il completamento delle suddette residuali attività di bonifica per massimi aggiuntivi 39 milioni di euro saranno messi a disposizione di Risanamento da parte del Fondo a stato avanzamento lavori. LEGGI TUTTO
Italia, Prometeia: con scenario dazi avverso c’è impatto di 0,6 punti percentuali su PIL 2025
(Teleborsa) – Gli indicatori economici all’inizio del 2025 erano già contrastanti, indicando un rallentamento negli Stati Uniti e in Europa e alcuni segnali di accelerazione in Cina. A ciò si sono aggiunti i dazi della nuova amministrazione statunitense, i cui effetti sono ancora difficile da stimare. È quanto emerge dal brief di aprile di Prometeia, che ipotizza due scenari alternativi: uno corrispondente alla situazione attuale dopo la sospensione dei dazi annunciata il 2 aprile; una seconda, che riflette la struttura tariffaria annunciata il 2 aprile e include misure di ritorsione proporzionali da parte dei partner commerciali.Prometeia stima che i dazi del 2 aprile hanno rappresentato un aumento di circa 14 punti percentuali dell’aliquota tariffaria media statunitense rispetto alle ipotesi di base. L’introduzione di misure di ritorsione aggrava le prospettive generali, in particolare per gli Stati Uniti, che andrebbero incontro a una perdita di competitività globale equivalente a un aumento del 15% dei prezzi all’esportazione. Tuttavia, questo impatto è in qualche modo mitigato dal fatto che le esportazioni costituiscono una quota relativamente piccola del PIL statunitense, poco più dell’11%.In base a questa ipotesi, il modello indica che gli Stati Uniti sosterrebbero il costo più significativo in termini di PIL, circa 1,6 punti percentuali al di sotto del valore di riferimento in due anni, con effetti persistenti nel medio termine. Altri Paesi subirebbero impatti più lievi: un calo di circa 1,1 punti percentuali per la Cina e di poco più di 0,5 punti percentuali per l’Eurozona. A livello globale, queste misure si tradurrebbe in una riduzione di 1 punto percentuale del PIL e in un calo di 2,1 punti percentuali del commercio mondiale.Il secondo scenario, che rappresenta una simulazione di “status quo”, con un dazio universale del 10% e una guerra commerciale con la Cina, suggerisce un deterioramento più marcato del PIL statunitense a breve termine rispetto al primo scenario, con un calo di 2 punti percentuali al di sotto del valore di riferimento nel 2026, principalmente a causa di dazi bilaterali tra Stati Uniti e Cina molto più elevati. Paradossalmente, nel medio termine, l’entità dei dazi scoraggerebbe significativamente le importazioni dalla Cina, riducendo così l’onere tariffario medio e l’inflazione associata. In questo contesto, la Cina subirebbe una notevole perdita di PIL rispetto allo scenario di riferimento (circa 2,6 punti percentuali), principalmente a causa della riduzione della quota di mercato negli Stati Uniti. Al contrario, l’impatto sull’Eurozona deriva dall’indebolimento dell’attività globale (una riduzione di 1,9 punti percentuali del PIL mondiale rispetto allo scenario di riferimento), che porterebbe la perdita di PIL a 0,7 punti percentuali rispetto allo scenario di riferimento, anche in presenza di un regime tariffario più favorevole.Infine, basandosi sui risultati dello scenario del 2 aprile, che prevede un calo della domanda estera per le esportazioni italiane e un aumento dei prezzi all’importazione, Prometeia ha elaborato uno scenario più completo per l’economia italiana. Questa analisi ha considerato fattori aggiuntivi, come il calo della fiducia delle imprese, le fluttuazioni dei tassi di interesse di riferimento e di mercato e i relativi effetti ricchezza. Il PIL è cresciuto dello 0,5% nel 2024 e, secondo le previsioni, crescerà dello 0,6% nel 2025.Nel breve termine, i tassi di interesse di riferimento nell’area dell’euro scenderebbero all’1,75% entro l’estate, sostenendo l’economia. L’inflazione dovrebbe essere leggermente superiore rispetto allo scenario di base, ma non dovrebbe superare il 2%, mentre i tassi a lungo termine rimarrebbero inferiori a causa della prevista crescita più lenta, iniziando a salire solo dopo il 2026. Lo scenario sarebbe inoltre caratterizzato da una maggiore incertezza, che porterebbe a una riduzione della formazione del reddito disponibile, a una spesa dei consumatori più cauta e a un calo del valore della ricchezza finanziaria. Il calo del PIL rispetto allo scenario di base sarebbe di circa 0,6 punti percentuali nel 2025 e 1 punto percentuale nel 2026, poiché tutte le ipotesi aggiuntive aggiungono un ulteriore calo rispetto a quelle puramente commerciali. LEGGI TUTTO
Fincantieri, depositate tre liste per rinnovo CdA da CDP, Inarcassa e Assogestioni
(Teleborsa) – Fincantieri, colosso italiano a controllo pubblico attivo nel settore della cantieristica navale, ha reso noto che sono state depositate tre liste per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione in occasione della prossima assemblea degli azionisti convocata per il 14 maggio 2025 in unica convocazione.La lista presentata da un raggruppamento di investitori istituzionali (riuniti in Assogestioni e rappresentanti l’1,35% del capitale sociale) è composta da: 1. Sergio Marini 2. Costanza Esclapon de Villeneuve 3. Matteo Giacomo Di Castelnuovo.La lista depositata da Inarcassa (rappresentante il 2,20% del capitale) è composta da: 1. Paolo Amato 2. Secondina Giulia Ravera 3. Alice Vatta.La lista depositata da CDP Equity (rappresentante il 71,26% del capitale) è composta da: 1. Mariachiara Geronazzo 2. Biagio Mazzotta 3. Pierroberto Folgiero 4. Simona Camerano 5. Gianfranco Battisti 6. Sara Carrer 7. Emilio Scalfarotto. LEGGI TUTTO
FINANZA E MERCATI
MANAGEMENT
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