(Teleborsa) – Il Parlamento britannico va in stand by fino a ottobre.
La decisione clamorosa di chiudere il Parlamento è stata presa dal Premier Boris Johnson come jolly contro gli oppositori alla Brexit. Tecnicamente si tratta di una proroga della pausa estiva fino al 14 ottobre che riguarda la Camera dei Comuni, ma chiama in causa la Regina Elisabetta, che sarà costretta a rinviare il suo discorso di riapertura delle attività sino a quella data.
Si parlava da giorni di questa possibilità, consentita dal regolamento del parlamento britannico, ma la mossa di Johnson, che mira a mettere fuori gioco gli oppositori al “No Deal”, è apparsa piuttosto estrema. La sua ratio sarebbe quella di dare pochissimo tempo alla Camera dei Comuni per approvare una mozione contro il No deal o contro una Brexit “hard” (dura), fatta salva solo la possibilità di portare avanti una mozione indicativa.
E infatti la sua decisione, che trova quale precedente solo quando vi fu lo scoppio della guerra civile inglese nel ‘600, ha provocato una rivolta del Labour party e degli altri partiti, che chiedono a gran voce un Parlamento “alternativo”.
La svolta in Regno Unito ha provocato una caduta della sterlina, che è crollata contro le principali valute e scambia contro euro a 1,1003 (-0,69%) e contro dollaro a 1,2206 (-0,67%). Tiene invece la Borsa di Londra (+0,26%).