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Crisi, Savona: “Europa e Bce impreparate, hanno commesso errori”

(Teleborsa) – L’Europa e la Bce erano “impreparate” ad affrontare la crisi internazionale e non hanno saputo gestirla correttamente. A lanciare il j’accuse dal Meeting di Rimini è il presidente della Consob, Paolo Savona.

Le istituzioni europee, per l’economista, “non sono state dotate degli strumenti giusti” e sono stati commessi degli errori. In particolare, Savona, punta il dito contro il ritardo nell’introduzione del Quantitative easing, avvenuta “solo nel 2012, quattro anni dopo lo scoppio della crisi, quando molte imprese italiane erano già saltate”, e critica la mancanza di visione alla base degli interventi realizzati da Mario Draghi sul debito pubblico. Per il presidente della Consob “serve una banca centrale che abbia il potere di intervenire sulla speculazione ma non nel modo in cui ha fatto Draghi: se la Bce interviene sul debito pubblico italiano che ne ha bisogno, perché è oggetto di speculazione, ma poi interviene anche su quello tedesco che non ne ha bisogno, in questo modo gli interventi della banca centrale calmierano ma non risolvono. In tale contesto Savona invita l’Europa a “mettere in campo degli strumenti di debito comune, che non siano gli eurobond in modo che Paesi come l’Italia possano liberare risorse per gli investimenti pubblici”. Attuando la “creazione di un sistema di debito europeo” per l’economista, si aiuterebbero i conti pubblici italiani e allo stesso tempo si fermerebbe il deflusso di investimenti dall’Europa verso il mercato dei T-Bond Usa.

Nella nuova legge di bilancio, afferma Savona, “l’Italia dovrebbe fare un preambolo che consenta di fatto sforamenti ai parametri europei”, ma che permetta al Paese di “campare” con un patto che sarebbe credibile “soprattutto se la Bce sarà aggressiva e l’Italia si impegna a rivedere integralmente la sua struttura di bilancio in modo che il rapporto debito/Pil si avvicini allo zero”.

Sulla crisi di Governo Savona afferma che il Paese non ha bisogno di nuovi leader quanto di “riprogrammare integralmente il bilancio dello Stato e di passare da un contratto di governo a un contratto sociale”. “Lega e Cinquestelle – ha aggiunto il Professore – hanno provato a unire le due parti del Paese: quella che chiede assistenza e quella che più produce, ma poi le due parti hanno iniziato a dividersi, il sistema si è spaccato su questi elementi”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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