(Teleborsa) – Le banche centrali si preparano a puntare i loro “bazooka” subito dopo l’estate, alla ripresa della normale operatività dopo la pausa estiva. E già si scommette su un taglio generalizzato dei tassi di interesse nelle principali economie mondiali.
La Fed si prepara ad un nuovo taglio dei tassi d’interesse di un quarto di punto (25 punti base), ma qualcosa di più si intuirà la prossima settimana, in occasione del consueto meeting dei banchieri centrali a Jackson Hole, in Wyoming (USA). Il Presidente della Fed, Jerome, Powell, da tempo sotto tiro del Presidente americano Donald Trump, potrebbe confermare questa aspettativa e soddisfare i mercati, spaventati la scorsa settimana dai venti di recessione.
Ma anche la riunione di fine estate della BCE sarà l’occasione per Mario Draghi di salutare l’Istituto di Francoforte così come era iniziata questa esperienza professionale, offrendo quanti più stimoli sia possibile per solleticare un’economia stagnante. Non è un mistero infatti che l’Eurozona mostra evidentissimi segni di rallentamento e la Germania ha visto addirittura l’exonomia contrarsi a causa del crollo dell’export innescato dalla guerra commerciale.
Un passaggio del testimone che coinvolgerà non solo i tassi ma anche nuove misure di Quantitative Easing. A confermarlo è stato il governatore della Banca centrale finlandese, Olli Rehn, che è anche uno dei membri più accreditati del direttivo della BCE. Il banchiere ha affermato che l’Istituto di Francoforte metterà in campo a settembre un pacchetto di stimoli “oltre le attese degli investitori” ed ha parlato anche di acquisti di obbligazioni “sostanziali e sufficienti” (un nuovo piano di Quantitative Easing).
Sulle sue parole l’euro è scivolato sotto la soglia degli 1,11 dollari, mentre il sono crollati i rendimenti dei titoli di Stato in tutta Europa: il Bund tedesco è finito a -0,7% ed il BTP decennale all’1,37% su nuovi minimi dal 2016, facendo cadere lo Spread sui 207 punti.
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