(Teleborsa) – “Non perdere la facoltà di tutelare eventualmente i propri diritti non vuole in alcun modo contrastare lo spirito di piena e attiva collaborazione che la società sta dimostrando e vuole continuare ad avere con le Autorità competenti”. Lo rende noto ArcelorMittal Italia, che, in qualità di gestore dello stabilimento siderurgico di Taranto, ha presentato la settimana scorsa “un ricorso precauzionale in relazione al decreto di avvio del riesame dell’Aia emesso dal Ministero dell’Ambiente per finalità meramente cautelative”.
“Si è conclusa la prima fase di studio dello scenario emissivo rispetto alla produzione autorizzata di 6 milioni di tonnellate annue. Ciò è propedeutico e necessario per arrivare a una nuova elaborazione della Valutazione del Danno Sanitario, nell’ambito del procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale avviato dal Ministero dell’Ambiente, a seguito dell’istanza presentata dal Sindaco di Taranto il 21 maggio scorso” fa sapere ArcelorMittal in una nota. La società siderurgica sottolinea, inoltre, di essere “impegnata con serietà nel realizzare tutti gli interventi del Piano ambientale, nel rispetto delle scadenze stabilite nel decreto Aia”.
“Una decisione gravissima che dimostra oramai in modo palese il totale disinteresse di ArcelorMittal verso la salute dei cittadini di Taranto e la tutela dell’ambiente, e che dovrà necessariamente portare alla chiusura degli stabilimenti ex Ilva”, afferma il Codacons commentando il ricorso al Tar Puglia promosso dall’azienda contro il decreto legge per il riesame dell’Aia. “Proporremo immediatamente intervento al Tar affinché il ricorso di ArcelorMittal venga respinto e per difendere il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Gli indiani non vogliono accettare nemmeno le poche cose nuove in più previste dal decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 maggio scorso e finalizzate a garantire la salute. Una posizione vergognosa quella di ArcelorMittal e una ragione in più per revocare la vendita all’azienda e chiudere definitivamente la fabbrica, unica strada realmente percorribile per tutelare Taranto e i suoi cittadini”.
È di ieri sera la decisione del Consiglio dei ministri di cancellare l’immunità penale per ArcelorMittal. Con il sistema delle “tutele a scadenza” alla società sarà garantita l’immunità solo se rispetterà i tempi, i criteri e le modalità del piano ambientale. Esclusa invece l’immunità per le norme a tutela della salute e della sicurezza del lavoro.