(Teleborsa) – Ottant’anni fa, nel campo dell’Alta Velocità ferroviaria, avveniva qualcosa di importantissimo. Per molti anni è rimasto nell’alveo delle conoscenze degli addetti ai lavori, ma per la storia e l’ingegneria ferroviaria dell’Alta Velocità Nazionale è stato veramente un momento cruciale. Era il 20 luglio del 1939 e su disposizione del Governo fu incaricata la Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato per una corsa speciale di ,prova con un ETR 200, per l’esattezza il “212”, tra Firenze Santa Maria Novella e Milano Centrale.
A quel tempo l’ETR, acronimo di Elettro Treno Rapido, nuovissimo, realizzato da poco dagli stabilimenti della Breda di Sesto San Giovanni, percorse la tratta di 316 chilometri in 1 ora e 55 minuti. L’ingegner Luigi Francesco Cantamessa Armati, Direttore Generale della Fondazione FS, ricorda a Teleborsa l’eccezionale prestazione dell’elettrotreno vero promotore dell’Alta Velocità ferroviaria e degli attuali Frecciarossa.
“L’ETR 200, questo bolide, partì con una corsa prova tra Firenze e Milano. La linea fu sovralimentata per l’occasione dai 3 ai 4 mila Volt in corrente continua, furono dispiegati agenti delle ferrovie lungo centinaia di chilometri. Il treno partì in quella caldissima mattina di luglio e scollinò l’appennino lungo la grande galleria di valico. Ma la grande prestazione velocista, che avrebbe consegnato l’ETR 200 alle glorie del mondo avvenne nella Pianura Padana, tra le stazioni di Pontenure e Piacenza.
Questa non è celebrazione del passato, i 300 km orari che ogni giorno le nostre Frecce raggiungono sui binari dell’alta velocità attingono da questo sapere, prendono da questa esperienza, riprendono i miglioramenti di questo elettrotreno rapido che gli italiani, nel 1939, portano sopra i 200 km orari”.