(Teleborsa) – Sembrano ormai essersi impantanati nelle proprie divergenze i rapporti tra Cina e Stati Uniti. I lenti progressi fatti nelle principali richieste iniziali da parte dei presidenti Donald Trump e Xi Jinping – e che ancora oggi sembrano non riuscire a giungere ad un’intesa in quelle che sono le loro differenze più profonde – stanno sollevando dubbi sul fatto che gli Stati Uniti e la Cina torneranno effettivamente al tavolo dei negoziati.
Le dichiarazioni dei due leader sembrano portare verso quella direzione. Trump si è lamentato ancora questa settimana, puntando il dito contro la Cina non stava acquistando i grandi volumi di prodotti agricoli, come Xi aveva promesso di fare. Dall’altro capo del tavolo nel frattempo, non c’è stato alcun miglioramento nel modo in cui gli Stati Uniti trattano il gigante delle telecomunicazioni Huawei, una richiesta chiave fatta dalla Cina per riaprire un confronto.
Oltre alle diverse interpretazioni su quanto concordato quando i due leader si sono incontrati a Osaka il mese scorso, i paesi devono decidere se riprendere i colloqui sulla base del progetto di accordo che è crollato a maggio o riavviarli dall’inizio.
Ad oggi, rimangono palesi le differenze nel modo in cui le due parti parlano di quanto concordato nel vertice del Gruppo dei 20 a fine giugno. Mentre Trump, in una conferenza stampa dopo il suo incontro con Xi, si è vantato che i cinesi avevano accettato di acquistare “enormi” quantità di beni agricoli un membro della delegazione cinese ne ha smentito il contenuto. Secondo una persona che ha familiarità con lo scambio, il delegato di Xi avrebbe controbattuto alla squadra statunitense che Pechino non farà concessioni sull’agricoltura, indipendentemente da ciò che Trump ha annunciato pubblicamente.
Stando a questa fonte, Pechino sarebbe in attesa di vedere le licenze speciali rilasciate dall’amministrazione Trump per i fornitori degli Stati Uniti per riprendere le spedizioni a Huawei prima di acquistare altre colture. In concreto quindi la Cina non acquisterà grandi quantità finché non vedrà progressi concreti nei colloqui.
Dopo la fine dei colloqui di maggio, i funzionari cinesi hanno ripetutamente insistito sul fatto che qualsiasi accordo deve soddisfare le loro tre condizioni di rimozione di tutte le tariffe, obiettivi di acquisto realistici e un giusto equilibrio e uguaglianza per le due parti.
Hanno anche richiesto una sospensione per Huawei e altre società cinesi prese di mira dalle sanzioni statunitensi.
Al di là dell’agricoltura e di Huawei, le parti rimangono in disaccordo su questioni significative come le richieste di Washington di riforme strutturali all’economia cinese e la richiesta di Pechino agli Stati Uniti di rimuovere tutte le attuali tariffe punitive sulle importazioni dalla Cina.
Al momento quindi tutto sembra ancora far parte di uno quadro in divenire, dove la posizione di ogni minino tassello risulta essenziale per decidere quale scenario bisognerà attendersi nel prossimo futuro.