(Teleborsa) – Dopo la tregua siglata lo scorso 29 giugno da Usa e Cina, ieri sera, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, parlando dalla Cabinet Room, ha ripreso ad alzare i toni affermando che “manca ancora molto” per siglare un’intesa. Dichiarazioni che hanno fatto venire meno le speranze per un rapido raggiungimento di un accordo commerciale tra i due Paesi.
“Se volessi potrei sempre imporre altri dazi” contro le importazioni cinesi, ha aggiunto Trump. Attualmente Washington impone dazi del 25% su 250 miliardi di dollari di import cinese ma, se alle minacce dovessero seguire i fatti, il presidente Usa potrebbe lanciarne altri del 25% su 300 miliardi addizionali. Al momento, tuttavia, sembra che le trattative con la Cina siano riprese telefonicamente ed è probabile un viaggio a Pechino della delegazione Usa “a breve”.
Sempre ieri, in un tweet, il presidente Usa, commentando il Pil cinese del secondo trimestre – cresciuto al passo più lento da quasi 30 anni (+6,2%) – aveva detto che “Pechino vuole un accordo commerciale perché la sua economia sta rallentando”, a dimostrazione del “grande impatto” che stanno avendo i dazi da lui voluti sulle importazioni cinesi. Commenti definiti “totalmente fuorvianti” dal portavoce del ministero cinese degli Esteri, Geng Shuang. Secondo il portavoce, la perfomance dell’economia cinese del primo semestre “non è stata brutta” se si considerano le incertezze legate all’economia mondiale e – ha aggiunto Geng – “gli Usa vogliono un accordo commerciale tanto quanto la Cina”.