(Teleborsa) – Giuseppe Gaudiello, neo-riconfermato Presidente di ANIE-ASSIFER, ha incontrato Teleborsa delineando un quadro dell’industria italiana con luci e ombre. ASSIFER rappresenta le aziende che operano in Italia nel settore del trasporto ferroviario e del trasporto pubblico urbano elettrificato. E’ parte di Federazione ANIE, la Federazione di Confindustria che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche, settori tra i più strategici ed innovativi nello scenario industriale nazionale.
Presidente Gaudiello, qual è la situazione attuale del settore?
“Tutti i principali indicatori mostrano che è attesa una grande crescita nel settore del trasporto pubblico, non solo in Italia ma in generale in tutto il mondo. Credo che valga la pena fissare la nostra attenzione in questo momento sull’andamento del mercato in Italia visto che Assifer rappresenta l’insieme di tutte le aziende piccole, medie e di grandi dimensioni che lavorano in Italia. Possiamo individuare due principali filoni di business: il primo che attiene all’infrastruttura ferroviaria e il secondo che attiene al trasporto nelle grandi città. Per quanto riguarda la rete ferroviaria possiamo ancora una volta distinguere due sottosistemi: quello legato al materiale rotabile e l’altro legato all’infrastruttura fissa.
Per quanto attiene al materiale rotabile un paio di anni fa sono stati lanciati degli importanti progetti di ammodernamento essenzialmente destinato al trasporto regionale e quindi facilitare la mobilità pendolare all’interno dei grandi nuclei urbani e delle principali regioni italiane. Questo segmento di attività è certamente è in uno stato di ottima salute in questo momento.
Un po’ diversa è la situazione dell’infrastruttura, perché rispetto ai piani di investimento del principale operatore, che è Rete Ferroviaria Italiana, molto chiari nelle loro linee guida e che descrivono chiaramente qual’è il disegno evolutivo dell’infrastruttura, dobbiamo purtroppo rilevare che c’è ancora una significativa frattura tra quelli che sono i piani descritti d’investimento e quello che avviene nella realtà.
Purtroppo per effetto di un non coerente dimensionamento degli stanziamenti economici e di conseguenti ritardi per l’ammodernamento dell’infrastruttura, dobbiamo registrare un grosso calo del numero di gare, degli importi messi a base di gara, e quindi per quanto riguarda l’infrastruttura fissa il settore oggi è in sofferenza. Per quanto riguarda il trasporto di mobilità nelle aree urbane, dobbiamo purtroppo segnalare che, a parte il caso virtuoso della città di Milano indipendentemente dal colore dell’Amministrazione e che la nostra è un’Associazione di categoria che per definizione lavora con chiunque, dobbiamo rilevare che si riesce a mantenere costante nel tempo in quella città l’impegno amministrativo per portare avanti dei progetti legati all’ammodernamento del sistema del trasporto. Viceversa dobbiamo rilevare che nel resto d’Italia tutti i grandi progetti sono fermi al palo o non vi sono proprio”.
L’export del settore impegna una percentuale pari al 33% del fatturato, in prospettiva qual è la situazione?
“Assifer è l’Associazione delle imprese che lavorano in ambiente ferroviario metropolitano italiane. Bisogna intendersi su qual’è il significato che in tempi moderni bisogna dare alla parola italiane applicato in un contesto industriale. Le nostre aziende sono piccole e medie, e come tali, con una proprietà che compiutamente ancora legata a persone che risiedono e che vivono in Italia e che in loco sviluppano la loro attività. Ma ci sono anche aziende di medie e grandi dimensioni che sono ovviamente delle multinazionali o che sono società che hanno presenze in tanti paesi.
Essere aziende italiane nella declinazione attuale di Assifer significa avere importanti basi produttive in Italia, centri direzionali in Italia, management italiano: questo significa, oggi nel mondo moderno dell’industria ferroviaria, essere un’azienda italiana. Fatta questa premessa, non esiste possibilità di essere forti nell’export se non si è forti anche nei mercati domestici. Una situazione di potenziale crisi o di difficoltà nel mercato domestico, è destinata a riverberarsi anche nell’export. Le nostre aziende sono state molto forti, il sistema ferroviario italiano è un’eccellenza europea e mondiale. Questo è stato costruito anche grazie ai grandi piani di investimento che i principali stakeholders italiani hanno messo in campo. L’industria ha reagito bene, ha sviluppato prodotti e sistemi che sono all’avanguardia. Dobbiamo continuare ad avere la possibilità di investire in ricerche e sviluppo qui in Italia se vogliamo essere di successo anche all’estero”.
Quali previsioni per l’Italia alla luce della forte necessità di infrastrutture di cui necessita il nostro Paese?
“Noi come cittadini rileviamo l’arretratezza del nostro sistema di trasporto, a parte la mirabile eccezione dell’Alta Velocità ferroviaria del sistema di trasporto nel suo complesso qui in Italia. Trasporto non solo passeggeri, ma anche merci. Purtroppo non c’è una visione di sistema ancora chiaramente affermata che possa far capire a chiunque sia interessato a comprenderlo e ovviamente all’industria, in quanto principale protagonista di questo processo di trasformazione, qual’è il disegno strategico di crescita del nostro Paese in questa direzione. C’è ancora un gap molto importante da colmare.
Noi prima abbiamo parlato del trasporto all’interno delle grandi città e dell’ammodernamento delle reti pendolari, per la parte di infrastruttura fissa. Esistono problemi di analoga natura per quanto riguarda il collegamento tra i porti e la rete ferroviaria, tra gli aeroporti e i centri cittadini: tutto questo insieme di esigenze dovrebbe trovare una compiuta rappresentazione in un organico piano di un trasporto nazionale, ma al momento non ci sembra come industria ferroviaria che questo sia ancora un elemento al quale siamo giunti con maturità”.
Dato il suo profilo, pensa che questo settore sia al passo con i tempi?
“Io mi occupo di tecnologie nella mia azienda di provenienza, dopo essermi occupato di business. Il sistema italiano è un’eccellenza, è stato trainato nel passato dagli investimenti nell’Alta Velocità. Normalmente di tende a identificare l’investimento nell’Alta Velocità con infrastrutture di opere civili come ponti, gallerie. In realtà questo è quello che si vede. Quello che non si vede sono le tecnologie di assoluta avanguardia che consentono ai treni di circolare a 300 km orari, in assoluta sicurezza con un distanziamento i 5 minuti. Queste tecnologie sono quelle che saranno poi impiegate anche per l’ammodernamento dell’infrastruttura di terra su rete convenzionale, cioè la rete che noi tutti normalmente come pendolari utilizziamo, e che vengono utilizzate anche per i sistemi metropolitani. La nostra industria è ancora un’eccellenza nel panorama europeo perché è coerente con gli standard tecnologici europei. Speriamo che possa continuare ad esserlo grazie agli investimenti che noi sollecitiamo in questo settore”.