(Teleborsa) – Si complica la situazione per lo stabilimento dell’ex Ilva di Taranto. A seguito della tragedia che è costata la vita a un operaio di 42 anni dopo il crollo di tre gru per il forte vento, i sindacati hanno proclamato sciopero a oltranza nell’acciaieria tarantina.
“La forma di protesta messa in atto non terminerà sino a quando azienda, istituzioni locali, regionali e nazionali e organi di controllo, ognuno per il proprio ruolo, forniranno le dovute indicazioni a garanzia dei lavoratori e cittadini di questo territorio”, si legge in una nota congiunta delle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm.
“Ormai da anni assistiamo a continui rinvii e mancanza di assunzioni di responsabilità da chi è deputato a garantire la sicurezza della fabbrica dal punto di vista del rispetto della vita umana. Chiediamo, pertanto, l’immediata convocazione di un tavolo istituzionale straordinario – concludono i sindacati – che assuma decisioni e provvedimenti che cambino radicalmente lo stato di cose presenti all’interno dello stabilimento siderurgico”.
Nel frattempo, ArcelorMittal ha deciso di rallentare la produzione a Taranto con l’obiettivo di mettere in sicurezza lo stabilimento nel pieno rispetto delle normative ambientali. “È fondamentale – si legge in una nota del gruppo – che in questo momento tutti lavoriamo in modo efficace e collaborativo: serve massima condivisione tra l’azienda, i sindacati e gli stessi lavoratori per evitare la fermata di Afo1, che è l’unico Altoforno ancora in marcia e per garantire condizioni di massima sicurezza all’interno di tutti gli impianti”, conclude la nota.
Lo stabilimento infatti rischia lo stop della produzione a seguito della sospensione dell’Altoforno2, ordinata dalla Procura di Taranto a seguito di un altro incidente mortale avvenuto nel 2015.
Secondo fonti sindacali, citate dalla stampa, ArcelorMittal avrebbe chiesto al prefetto di precettare i lavoratori per consentire l’evacuazione dei carri siluro anche per motivi di sicurezza e di gestione della fabbrica. In caso contrario, il gruppo avrebbe annunciato ai sindacati la chiusura dell’area a caldo.
Anche il Mise e il ministro Luigi Di Maio “seguono con la massima apprensione le ricerche condotte dalla Capitaneria di Porto e dai Vigili del Fuoco, con cui il contatto è diretto e costante, a seguito dei tragici avvenimenti accaduti a Taranto”, si legge in una nota del ministero.
“In relazione al comunicato stampa di Arcelor-Mittal e con la massima comprensione della situazione, estremamente critica, che la città di Taranto sta vivendo in questo momento – conclude la nota – il MiSE invita la proprietà e le organizzazioni sindacali alla massima responsabilità“.