Teleborsa – In Italia un pensionato su tre riceve meno di mille euro al mese. È uno dei dati emersi nel corso della relazione annuale del presidente dell’Inps Pasquale Tridico alla Camera. Nel dettaglio, su una platea di 15.426.847 di pensionati, oltre 5,3 milioni percepiscono un assegno mensile lordo inferiore ai mille euro: di questi, oltre 1,6 milioni ricevono una pensione inferiore ai 500 euro al mese.
Nella relazione, Tridico ha dato anche i numeri sullo stato di salute dell’istituto, assicurando che “il sistema pensionistico è solido“. Secondo quanto indicato dalla relazione, “i trasferimenti dallo Stato ammontano a circa 110 miliardi, a fronte di una spesa totale per prestazioni di circa 318 miliardi. La trasparenza è necessaria al fine di evitare allarmismi circa la sostenibilità del nostro sistema pensionistico”, ha sottolineato il numero uno dell’Inps.
I NUMERI DELL’INPS – Dalla relazione annuale è emerso che la spesa per rate di pensione dell’anno 2018 è stata di 265.573 milioni, con un aumento dell’1,9% (+5.043 milioni) rispetto ai 260.529 milioni del 2017. Secondo Tridico è positivo “il contenimento della dinamica della spesa pensionistica complessiva dell’Inps di competenza finanziaria, comprensiva dei trasferimenti a carico dello Stato per il finanziamento degli interventi assistenziali, in rapporto al Pil che nel triennio 2016-2018 è risultata sostanzialmente costante passando dal 15,28 al 15,12% (-0,16%)”.
“Analogo e positivo andamento – ha aggiunto il presidente Inps – è mostrato dal dato corrispondente alla sola spesa pensionistica di competenza previdenziale, che passa dal 12,13% del Pil nel 2016 al 12,01% del 2018“. Sulla spesa pensionistica dell’anno 2018 hanno influito le nuove pensioni accolte e liquidate, le ricostituzioni sulle pensioni vigenti, le pensioni eliminate, nonché gli incrementi per perequazione automatica. In generale, nel 2018, l’Inps ha visto un patrimonio netto in aumento di 53.948 milioni rispetto al patrimonio del 2017; un avanzo finanziario di competenza complessivo migliorato di 60.393 milioni rispetto al 2017; un avanzo di amministrazione di 103.218 milioni, in crescita sul 2017.
LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI – Tridico ha poi sottolineato che nell’industria, nel suo complesso, “si registrano i maggiori eccessi di orario di lavoro, definiti dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro, ndr) come orari settimanali superiori a 40 ore, con punte che arrivano a 50, 51 e 52 ore rispettivamente nel settore delle costruzioni, nel settore estrattivo e nel settore tessile”.
Da qui, l’idea di “una più ampia riflessione che abbracci la possibilità anche di una riduzione degli orari di lavoro, dal momento che il nostro paese in Europa è nel gruppo di stati ad alta intensità di ore lavorate per anno pro capite, con un numero pari a 1700 ore circa, superiore alla media dei paesi dell’UE a 15, pari a circa 1500 ore lavorate pro capite per anno”. La riflessione, secondo Tridico sarebbe “ancora più urgente se si considera il più alto tasso di disoccupazione in Italia rispetto alla media di quei paesi”.
FALSI INVALIDI – Altro tema toccato dal presidente Inps è l’inasprimento della lotta ai falsi invalidi che avverrà tramite la revisione delle procedure di accesso alle pensioni di invalidità, “semplificando – ha spiegato Tridico – per il bene dell’utenza più debole, ma anche rivedendo le tabelle di invalidità, suggerendo un nuovo procedimento per il contenzioso, e diventando più duri contro le false invalidità, con la creazione di una Direzione anti-frode, al fine di attuare un principio che deve essere la nostra guida, essere ‘generosi con i deboli e forti con i forti’”.
CIG IN CRESCITA – Tridico ha poi confermano per i primi mesi del 2019 “segnali di ripresa del ricorso alla Cig che comunque rimane tuttora a livelli storicamente bassissimi, analoghi a quelli pre-2008, non certo tali, per ora, da annunciare una nuova pervasiva ondata di crisi aziendali”.
FONDO INTEGRATIVO TARGATO INPS – Infine, Tridico ha rilevato che in Italia “non è presente una soluzione di previdenza complementare pubblica, come in altri Paesi. Tale vuoto potrebbe essere colmato attraverso la creazione di una forma complementare pubblica gestita dall’Inps, volontaria e alternativa alle forme complementari private, superando l’attuale residualità di partecipazione di FondInps”.
L’obiettivo, “oltre a garantire una prudente gestione dei fondi, dovrebbe essere quello di sostenere una maggiore canalizzazione degli investimenti in Italia“, ha spiegato il presidente Inps che ha definito “curiosa” la mancanza di un fondo integrativo pubblico per il “maggior ente di previdenza europeo”.
“Nel 2018 i fondi pensione gestivano risorse per 167,1 miliardi, pari al 9,5% del Pil molti dei quali investiti all’estero. La sfida del fondo Inps dovrà – conclude Tridico – essere quella di aumentare il numero delle adesioni attraverso la costituzione di una valida alternativa ai fondi privati, ma anche quella di aumentare gli investimenti diretti nel nostro Paese”.