(Teleborsa) – La Procura di Taranto ha disposto l’avvio delle procedura di spegnimento dell’Altoforno 2 dell’impianto ex Ilva di Taranto, che era stato sottoposto a sequestro preventivo dopo l’incidente costato la morte nel 2015 di un operaio. Lo spegnimento dell’Altoforno 2 provocherebbe la drastica sospensione di gran parte della produzione dell’impianto, mettendo a serio rischio la sua stessa sopravvivenza.
L’incontro al Mise sull’ex Ilva, ha riferito il Segretario generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, “si è così aperto con la preoccupante novità che riguarda l’atto della Procura di Taranto che decreterebbe appunto lo spegnimento dell’Altoforno 2 (Afo 2). Una notizia che, insieme alla richiesta di cassa per fronteggiare il calo del 40% delle importazioni in Europa di coils preoccupa moltissimo le organizzazioni sindacali”.
Una volta giunto negli stabilimenti di lavorazione, il coil viene spianato e tagliato in fogli di dimensioni rispondenti alle esigenze delle lavorazioni da eseguire.
Il Ministro Di Maio, ha aggiunto Bentivogli, ha comunicato durante l’incontro che il “Governo sta interloquendo con la Procura e ha chiesto di sospendere il provvedimento di spegnimento”.
Intanto si è concluso con un nulla di fatto il tavolo sull`Ilva con Arcelor-Mittal e i sindacati. Si tratta dell’incontro di verifica dell’accordo del 6 settembre 2018, dopo la richiesta da parte di Arcelor Mittal di un periodo di 13 settimane di cassa per 1.395 lavoratori del sito di Taranto. “Continuiamo a lavorare, c’è ancora tanto da fare per i lavoratori e per Taranto”, ha dichiarato il vicepremier e Ministro Luigi Di Maio.
Presenti alla riunione, oltre a Di Maio e al vice capo di gabinetto Fontana, l’Ad di Arcelor Mittal Matthieu Jehl, le organizzazioni sindacali di categoria Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali, e i Commissari Ilva As Picucci e Fazio.
.