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Istat, Confcommercio e Coldiretti analizzano i dati di maggio

(Teleborsa) – È suonato un campanello d’allarme dopo l’uscita dei dati Istat di oggi. Ciò che emerge dal dato delle vendite di maggio è un andamento peggiore delle attese (-0,3% l’ICC) con una flessione in termini congiunturali dello 0.7%. Anche secondo quanto afferma l’Ufficio Studi di Confcommercio, la prima parte dell’anno, escludendo il mese di gennaio, ha mostrato tutte le problematiche legate alla domanda delle famiglie che risulta calare rispetto al 2018.
Sempre secondo quanto afferma l’Ufficio Studi, le tipologie distributive che sono state interessate da questa flessione spaziano in quasi tutti i campi. Per le imprese più piccole il calo si avvicina al 5% in valore e rappresenta un dato che dovrebbe mettere su chi va là una parte significativa dell’intero apparato produttivo. Le uniche tipologie produttive a non risentire dei dati negativi, sottolinea Confcommercio, sono le vendite elettroniche e i discount.

A questo proposito Coldiretti analizza l’andamento del commercio al dettaglio a maggio dell’Istat: “Nel dettaglio tradizionale si salvano solo i discount alimentari che fanno un aumento del 2,2% rispetto allo scorso anno mentre continua il boom del commercio elettronico che registra un balzo del 10,2% nello stesso periodo”.

“La stagnazione dei consumi, alimentari e non, conferma – sottolinea la Coldiretti – la necessità di scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento dell’imposta sugli acquisti. L’aumento dell’Iva rischia di riguardare anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie. La spesa alimentare – conclude la Coldiretti – è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 244 miliardi ed è quindi un sensore attendibile della situazione in cui si trovano gli italiani”.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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