(Teleborsa) – La cordata per la Newco Alitalia guidata da Fs, e comprendente al momento Delta e Mise per la parte di interessi legati al prestito a suo tempo concesso alla compagnia aerea, va incontro agli ultimi sette giorni per dare risposte definitive in vista della scadenza delle trattative fissata al 15 luglio. Se le rassicurazioni del ministro Luigi Di Maio non hanno convinto le parti sindacali, che hanno confermato lo sciopero del 26 luglio, chi si è fatto avanti per investire nel progetto di rilancio di Alitalia muove le sue pedine secondo le strategie che ritiene opportune.
Le raccomandazioni piovute dalla Corte dei Conti a FS, «affinchè vengano attivate tutte le iniziative idonee a tutelare l’integrità patrimoniale del gruppo, la continuità e lo sviluppo aziendale», potrebbero apparire superflue ma sottintendono la necessità di sviluppare un piano industriale di medio e lungo periodo senza cui appare difficile riportare il conto gestionale di Alitalia in terreno positivo. E se il gruppo Toto ha presentato le sue credenziali, l’imprenditore boliviano German Efromovich che controlla Avianca si prepara a un tour de force di tre giorni a Roma per sostenere la bontà della sua proposta, basata sull’erogazione di una cifra fino a 400 milioni da attingere al patrimonio personale, consentendo di aggiungere il fatidico 40% alle quote di FS (35%), Delta e Mise (15% a testa) per un totale di un miliardo di euro.
Lo scoglio maggiore è rappresentato dai fattori di concorrenza di Delta Air Lines e della stessa Alitalia con Star Alliance, di cui fa parte Avianca. A meno che Efromovich non intrecci i rapporti societari svincolando la propria partecipazione dagli interessi in Avianca. Un risiko complicato, che lascia intendere come la situazione resti fluida e aperta a tutti gli scenari, risolutivi o meno. Il perno è sempre rappresentato dal ruolo di Mediobanca, che in un modo o nell’altro è destinata a influenzare le decisioni.