(Teleborsa) – La prossima manovra non sarà lacrime e sangue. “Stiamo lavorando alla manovra 2020. Andremo avanti secondo i programmi: non sarà lacrime e sangue, si porta avanti quello che è stato approvato nel programma di stabilità”. Lo ha assicurato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a margine di un’audizione in Senato, sottolineando tuttavia che “un minimo aggiustamento strutturale per il prossimo anno andrà fatto, lo vedremo”.
Tria ha osservato che per evitare la procedura di infrazione “è stata fatta una correzione molto forte, una delle più forti, che ha portato a un aggiustamento strutturale, che è il più grosso, il primo degli ultimi anni, condotto in una fase dell’economia vicina allo zero”. Questo, ha aggiunto, ci ha messo in sicurezza, ha reso non più giustificata la procedura di infrazione, ma è stata un’operazione importante perché ci ha messo in sicurezza sui mercati finanziari, e questo lo vediamo dalla riduzione dello spread e dal rendimento dei titoli e di questo si avvantaggeranno non solo le imprese, ma in generale ci sarà un clima più disteso dei mercati finanziari”. In generale, il titolare di via Venti Settembre ha detto che “non c’è stata una manovra correttiva nel senso tradizionale del termine: c’è stata una correzione del bilancio in base agli andamenti di finanza pubblica.
Il ministro, non si è sbilanciato sulle misure della prossima legge di bilancio ma ha osservato che “dare sicurezza e prospettiva alla finanza pubblica significa far sì che anche interventi di riduzione fiscale abbiano effetto altrimenti non hanno effetto”. Perché, ha spiegato Tria, “non basta ridurre le tasse se c’è situazione di incertezza sul futuro, nessuno investe e nessuno consuma perché stanno tutti li ad aspettare la tempesta”. E a proposito della flat tax si è limitato a ricordare che “c’è un tavolo al Mef, stiamo studiando le varie ipotesi”.
Infine, a proposito della nomina di Christine Lagarde alla presidenza della BCE, Tria ha detto: “E’ una persona degna, personalmente l’avrei preferita alla Commissione Ue”. E a chi gli chiedeva se si aprono spazi per un italiano nel board, il ministro ha risposto: “Si libera un posto per un italiano se va un francese” alla presidenza.
(Foto: Giovanni Tria )