(Teleborsa) – Sarebbe meglio rinegoziare la convenzione che andare avanti con la revoca, è questo un dettaglio non banale emerso dalla relazione della Commissione incarica al MIT sulla vicenda della caducazione della concessione ad ASPI, leit motiv della campagna del M5S dalla caduta del Ponte Morandi e rilanciato negli ultimi giorni, spesso con dichiarazioni a mercati aperti, che hanno influito non poco sul titolo della Capogruppo .
Secondo le parole espresse da Toninelli, dalla relazione emergerebbe che sia possibile portare avanti la revoca annunciata e senza indennizzo, ma da una lettura attenta del documento affiora più di quanto il Ministro abbia annunciato negli scorsi giorni. Gli esperti infatti chiariscono che, in caso di contenzioso, non è affatto escluso che si debba risarcire ASPI non soltanto del valore previsto dalla convenzione e quantificato in 25 miliardi ma anche dei possibili danni reputazionali arrecati alla società.
Il nodo centrale che fa restare cauti i componenti della Commissione è infatti sulla dimostrabilità della responsabilità di ASPI sulla caduta del Morandi, un giudizio che potrà emergere soltanto nelle aule di tribunale, tanto che nel documento si legge che ad Autostrade “si presume imputabile” relativamente al crollo. Una formulazione ipotetica cui gli esperti della Commissione hanno aggiunto un parere più cauto che, suggerendo un’opzione dialogante per risolvere l’empasse, contemplan la via della rinegoziazione della convenzione come soluzione consigliabile.
Così si eviterebbe una lunga battaglia legale che l’azienda, è ragionevole pensare, intenterebbe, considerando quanto già espresso due giorni fa quando in un comunicato aveva contestato “il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere” e sottolineando che dalle anticipazioni sulla stampa non sembrasse emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione, ai sensi del contratto di concessione. “Peraltro, la presunta violazione dell’obbligo di custodia, di cui all’art. 1177 del codice civile” continuava la nota, “costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da ASPI”.
La scelta ora spetta alla politica. “Per il M5s – ha annunciato stamane Toninelli a Radio Anch’io – la soluzione sicuramente sarà di proporre in sede politica la revoca totale della concessione perché ci sono tutte le condizioni giuridiche per poterlo fare”. Probabilmente rendendosi conto che, dal punto di vista giuridico-amministrativo, la soluzione non è così semplice come la lettura politica vorrebbe. Se la soluzione spetta alla politica bisognerà anche vedere la posizione della Lega che finora ha avuto un approccio più cauto. La politica, inoltre, senza il supporto giuridico-amministrativo, può fare poco.