(Teleborsa) – Da oggi entrano in vigore nuove norme UE, in grado di garantire una risoluzione più rapida delle controversie fiscali fra Stati membri. In questo modo, si cercherà di trovare soluzioni e maggior certezza per quanto riguarda gli accordi e le convenzioni internazionali, in particolare quelli afferenti alla doppia imposizione, notevole ostacolo per le imprese e le persone fisiche. La doppia imposizione si verifica quando due o più paesi rivendicano il diritto di tassare lo stesso reddito o utile di un’impresa o di una persona fisica.
Ma come funziona il meccanismo di risoluzione delle controversie? Gli Stati membri hanno l’obbligo legale di adottare soluzioni di conclusione, cercando una via amichevole entro due anni. Se al termine dei due anni non vi è una soluzione, il contribuente può chiedere l’istituzione di una commissione consultiva destinata a pronunciarsi in merito. In caso di inadempienza, si può agire per vie legali.
La commissione consultiva sarà composta da tre membri indipendenti, nominati dagli Stati membri interessati, rappresentando le autorità competenti sulla materia, e sarà tenuta ad esprimersi entro 6 mesi. Qualora la decisione non fosse attuata, il contribuente che ha accettato la decisione finale e che rinuncia al diritto di impugnazione a livello nazionale, entro 60 giorni dalla notifica, può chiedere l’attuazione dinanzi al giudice nazionale. Gli Stati membri, ovviamente, sono tenuti a pubblicare la decisione finale, che dovrà essere comunicata ai contribuenti.
La nuova direttiva si applica a qualsiasi reclamo che sarà presentato dal 1° luglio in poi, relativo a questioni controverse riguardanti il reddito o il capitale percepito in un esercizio fiscale dal 1° gennaio 2018 o in data successiva. Le autorità competenti possono concordare di applicare la direttiva a qualsiasi reclamo presentato.
(Foto: © Paul Grecaud/123RF)