(Teleborsa) – L’escalation delle tensioni geopolitiche e commerciali sta innescando una vera e propria corsa ai beni rifugio. Il clima di incertezza sta favorendo soprattutto le quotazioni dell’oro che, nelle ultime ore, hanno rivisto i livelli massimi da 6 anni a questa parte.
Il metallo giallo che fa parte dei cosiddetti asset “safe heaven” sta beneficiando a scapito di quelli tradizionali più rischiosi di un mix di fattori come: le tensioni in Medio Oriente, in particolare fra USA ed Iran, i recenti attacchi ad alcune infrastrutture petrolifere, la guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina ed il rallentamento dell’economia mondiale.
A fare da assist al bene prezioso contribuiscono inoltre le politiche di sostegno delle banche centrali: dalla Federal Reserve alla Bank of Japan senza dimenticare la Bank of England, alle prese con gli effetti della Brexit, e la BCE, che mantiene una politica accomodante sotto l’egida di Mario Draghi.
L’oro si è spinto a 1.411 dollari l’oncia, superando una soglia psicologica importante, che ha portato il suo valore ai massimi dal lontano 2013. L’investment bank Citigroup, nel frattempo, ha aggiornato il suo target fissato lo scorso gennaio a 1.400 dollari: la corsa all’oro potrebbe arrivare a toccare i 1600 dollari l’oncia.