(Teleborsa) – Nel 2018 la domanda di energia è cresciuta dell’1,6%, sostenuta da una parziale ripresa dell’economia (+0,9%) e dalle condizioni climatiche, particolarmente fredde nei primi mesi dell’anno. Ma nel 2019 la fattura petrolifera italiana nel 2019 potrebbe ridursi di oltre 1 miliardo di euro rispetto allo scorso anno, attestandosi a 21 miliardi nell’ipotesi si mantengano nel secondo semestre gli attuali valori medi del cambio e delle quotazioni. È quanto rileva l’Unione petrolifera in occasione dell’Assemblea annuale sottolineando come il risparmio sarà legato a una contrazione dell’economia che porterà a meno consumi.
Nonostante, nel 2018, la domanda di energia sia cresciuta per il terzo anno consecutivo, toccando i 22,3 miliardi con consumi di 60,9 mlioni di tonnellate di petrolio, si tratta, comunque, valori più bassi del 13% rispetto al picco registrato nel 2005, persistendo in parte gli effetti della crisi economica ma anche i miglioramenti nell’efficienza energetica.
Il gas nel complesso ha mostrato un calo del 3,3%, sostanzialmente derivante dalla riduzione dei consumi nella termoelettrica, e hanno registrato una frenata anche i combustibili solidi (-11%). Si è verificato, invece, un sensibile aumento delle importazioni di energia elettrica (per il superamento dei problemi produttivi in Francia) e delle rinnovabili (+11,5%) soprattutto grazie al sostanziale recupero dell’idroelettrico (+36%) che ha compensato i cali nel fotovoltaico (-7,1%) e nell’eolico (-1,4%). Progresso dell’1,5% per il petrolio che rimane la seconda fonte di energia del Paese e si conferma fondamentale per il settore dei trasporti, a cui contribuisce per il 92,2% rispetto al 92,5% del 2017 per l’aumento del peso dei biocarburanti (passati dal 2,5 al 3,2%).
(Foto: Jetset GFDL 1.2)