(Teleborsa) – Sembrano essere giunti alle battute finali i colloqui tra l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e la Russia che ai primi di luglio potrebbero arrivare alla firma di un accordo di cooperazione di lungo periodo sulle forniture. È quanto ha detto a Nikkei il presidente russo dell’Energia, Alexander Novak.
Novak ha annunciato che l’incontro dell’Opec+, l’associazione che unisce il Cartello dei Paesi esportatori di petrolio ad una serie di altri Paesi produttori esterni, come la Russia, previsto per il 25 e 26 giugno a Vienna sarà, quasi certamente, spostato a inizio luglio. Lunedì scorso, in vista di questo appuntamento – nel quale, storicamente, la Russia e l’Arabia Saudita stabiliscono la loro posizione prima del resto del gruppo, indicando così la strada al cartello petrolifero – Novak ha incontrato a Mosca il ministro del Petrolio saudita, Khaled al-Faleh, capofila dell’Opec. Tema al centro della discussione sono i grandi rischi di sovrapproduzione e l’estensione delle limitazioni alla fornitura di petrolio per evitare un nuovo crollo dei prezzi.
Già da inizio anno, come concordato dai 25 paesi dell’Opec Plus alla fine del 2018, è stato effettuato un taglio della produzione di 1,2 milioni di barili al giorno per sostenere i prezzi scesi di oltre il 30% alla fine dell’anno scorso. Tuttavia, secondo Nikkei, non è certo che la Russia acconsenta a un’ulteriore riduzione della produzione.
Giovedì scorso l’Opec ha tagliato le sue previsioni di crescita della domanda globale di petrolio a causa delle dispute commerciali e ha sottolineato il rischio di un’ulteriore riduzione della produzione. Nel suo report mensile l’Opec ha inoltre affermato che la domanda mondiale di petrolio quest’anno crescerà di 1,14 milioni di barili al giorno, 70mila in meno di quelli stimati.