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“Destinazione Emilia”, Maramotti: “Dal Parmigiano ai castelli territorio tutto da scoprire”

(Teleborsa) – Tre province, Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e oltre 100 comuni hanno scelto di cogliere l’oppoortunità offerta da “Destinazione turistica Emilia”, iniziativa in gran parte finanziata dalla a Regione Emilia Romagna per promuovere il turismo culturale, enogastronomico e ambientale di questa parte del territorio della Regione.

A parlare del valore dell’Emilia sono i numeri: 142 musei tra i quali 8 del cibo, 51 teatri, 50 castelli, il più antico precede l’anno 1000 ed è quello di Matilde di Canossa, 13 borghi di interesse storico artistico certificati, 1 Parco Nazionale, quello sull’Appennino tosco emiliano, 5 parchi regionali, 5 riserve, ma anche straordinari prodotti tipici oltre 15 con marchi Dop e Igp tra i quali il re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, e il Prosciutto di Parma. “Eccellenze del cibo” che si producono in 156 caseifici e 132 salumificio. Poi c’è il vino, con i colli piacentini disseminati di cantine; nell’intera area sono 147 e producono Lambrusco, Spergola, Malvasia, Ortrugo e Gutturnio. Vini squisiti da gustare nei tanti ristoranti e osterie, di cui 7 locali “stellati Michelin”. Come poi non ricordare i riconoscimenti UNESCO, quello per Parma “Citta della gastronomia”. Ancora, quello per il suo battistero, per il valore astronomico; infine il titolo di “Riserva Biosfera UNESCO” al Parco Nazionale sull’Appennino Tosco Emiliano.

Tematiche, queste, su cui Natalia Maramotti, Presidente appunto di “Destinazione Emilia”, ha parlato nell’intervista rilasciata a Dino Sorgonà per Teleborsa,

Emilia, già il nome dice tutto, ma com’è che aderisce a questa associazione?

“Chi aderisce, o meglio ha costituito “Destinazione Turistica Emilia”, che è un Ente pubblico che raccoglie oltre 100 comuni, tra cui le città di Reggio, Parma e Piacenza con le tre relative province, ha l’obiettivo di valorizzare questo vasto territorio”.

Alla base per fare un’operazione di vendita del prodotto Emilia, che non è solo un prodotto culinario, ma anche culturale ci vogliono dei finanziamenti. Di quanto voi potete disporre?

“Le risorse vengono trasferite a Destinazione Emilia dalla Regione Emilia-Romagna. Sono 810 mila euro perché vengono ripartiti in base al numero delle presenze. Poi i vari comuni soci fanno un versamento annuale, il più significativo è quello delle città capoluogo di provincia che versano ognuna 30 mila euro. Complessivamente possiamo disporre di circa un milione e centomila euro l’anno“.

Verso quali nazioni vi orientate per attrarre il turismo?

“Innanzitutto, il veicolo fondamentale di attrattività di Emilia, non perché lo diciamo noi, lo dice il mondo, è l’enogastronomia, che nel nostro caso è frutto di una cultura millenaria. Le azioni che facciamo come Destinazione sono anche per attrarre la clientela italiana. Le nostre principali zone di riferimento sono Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Il maggior numero delle persone italiane che arrivano in Destinazione Emilia, vengono da queste tre regioni. Poi abbiamo anche una standing, come si suol dire, internazionale. All’estero ci andiamo principalmente con APT Servizi che è l’azienda di promozione turistica dell’Emilia Romagna, e le provenienze più importanti nella nostra area vengono da Francia, la Cina e, ultimamente, anche dalla Germania. E’ il segnale di un cambiamento di passo rispetto al gran numero di presenze dalla Cina. Segnale che abbiamo riscontrato di recente”.

La concorrenza nel turismo è molto forte, soprattutto in paesi come la Spagna e anche in parte la Grecia, e la Francia. Quali infrastrutture noi offriamo per essere competitivi?

“Innanzitutto c’è una buona infrastrutturazione dal punto di vista dei trasporti, noi siamo molto vicini a due grandi “centri d’ingresso”. Uno è l’aeroporto di Bologna che sta crescendo sempre di più, l’altro è l’Alta velocità ferroviaria. L’Alta Velocità vende sia Bologna, ma soprattutto la stazione Mediopadana Reggio Emilia con viaggiatori sempre in aumento. Abbiamo ormai oltre 60 treni al giorno: si può venire dall’estero con il TGV (Train à Grande Vitesse della SNCF, Ndr) fino a Torino e Milano e poi arrivare con l’Alta Velocità italiana; si può venire da Roma a Reggio Emilia in due ore e un quarto. Da lì, magari con una macchina a noleggio o con altri mezzi organizzati, si percorre questo territorio, che è un territorio che per uno straniero soprattutto è quasi un’unica grande città. Per un cinese, Destinazione Emilia è una delle loro megalopoli, ma anche per un giapponese, persino per uno statunitense. Le distanze sono davvero modeste, consideriamo che tra Reggio e Parma sono 27 km”.

Cosa chiede di più il turista all’Emilia?

“Ovviamente di avere un cibo di altissima qualità. Perché ci sono due prodotti che produciamo qua è che sono noti in tutto il mondo: uno è il Prosciutto di Parma e l’altro è il Parmigiano Reggiano, che nasce proprio tra le colline di Parma e di Reggio. Quindi chiede di sapere come questi prodotti da millenni si realizzano con gli stessi gesti. Perché il Parmigiano Reggiano viene citato nel De vita Mathildis, che Donizone da Canossa, un monaco, scrive nel 1100, dove parla di un formaggio a pasta dura che tendenzialmente è lo stesso che adesso produciamo. Poi chiedono delle location di charme: lo fanno però diciamo ormai in tutti i contesti che noi possiamo offrire perché ci sono degli alberghi molto belli ovviamente, nelle città, ma ci sono anche tante modalità per accomodarsi in contesti molto più riservati, come bed and breakfast, oppure anche utilizzare gli agriturismi”.

Una curiosità: come le ville per il Veneto, voi avete i castelli. Che tipo di castelli? A quando risalgono? Quanti ce ne sono?

Sono 50, il più vecchio, il più antico, è un castello dell’anno Mille, noto per la contessa Matilde che viene anche nominata come Regina d’Italia, anche se non lo fu, l’unica donna sepolta in Vaticano. Poi ce ne sono di varie epoche, arriviamo anche a delle ville o castelli, o palazzi che risalgono al ‘600 al ‘700, ma molti sono medievali. Sono straordinariamente conservati, molti di questi hanno anche delle dimore di charme e hanno ancora i proprietari, spesso gli originali conti, come per esempio il castello di Rivalta, dove i Landi ne sono ancora appunto i proprietari. O il castello di Soragna, che è ancora di proprietà dei Meli Lupi, e quindi qui si può incontrare il principe. Persona deliziosa peraltro, un appassionato di bicicletta, non a caso, perché il nostro è un territorio vocato alla bicicletta, che si può attraversare grazie alle tante piste che ci sono in giro per l’Emilia. Vero paradiso per gli appassionati”.

di Dino Sorgonà


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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