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Parmalat, Coldiretti: “Lactalis taglia posti di lavoro”

(Teleborsa) – Il taglio di ulteriori 35 posti di lavoro in Parmalat annunciato da Lactalis si aggiunge alla chiusura di stabilimenti e agli interventi sull’occupazione effettuati dopo l’acquisizione del prestigioso marchio Made in Italy. È quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che l’annuncio avviene ad appena 10 giorni dal blitz della multinazionale francese sul Parmigiano Reggiano con la conquista della Nuova Castelli seguito dallo stop del governo francese alla fusione FCA-Renault.

“Si tratta – sottolinea Prandini – della conferma delle preoccupazioni sui rischi dell‘ingombrante presenza della Lactalis in Italia dove si è già comprata i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e controlla circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario”.

“Gli esuberi annunciati dalla Lactalis – rileva Prandini – seguono la minaccia della multinazionale di ridurre unilateralmente il prezzo del latte alla stalla sottoscritto solo pochi mesi fa con gli allevatori italiani, in controtendenza rispetto all’andamento del mercato. Ora – conclude il presidente di Coldiretti – devono essere resi pubblici tutti i termini dell’accordo e pretese adeguate garanzie sulle produzioni, sulla tutela delle denominazioni dalle imitazioni, sulla difesa dei posti di lavoro e sull’eventuale abuso di posizioni dominanti sul mercato lattiero caseario, strategico per il Made in Italy”.

Anche i sindacati hanno chiesto a Lactalis di predisporre un piano sociale per l’occupazione, evitando di procedere a soluzioni unilaterali sugli esuberi dichiarati in Parmalat. Lo chiedono in una nota Fai, Flai e Uila, al termine di un incontro con il comitato consultivo del Gruppo Parmalat in vista del prossimo incontro fissato il 24 giugno.

“Il Gruppo – spiegano i sindacati – ha confermato l’avviata riorganizzazione che vede lo stesso strutturarsi per aree geografiche di mercato, con l’Italia divenuta divisione autonoma, rappresentando il secondo mercato per fatturato a livello mondiale. Il gruppo manterrà distinti gli attuali assetti societari, le tre unità di business (Parmalat, Galbani caseario e Galbani Salumi), le singole reti commerciali e le tre attività di ricerca e sviluppo”.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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