(Teleborsa) – Il calo della fiducia per i consumatori italiano e un clima impazzito, che quasi cancella le collezioni stagioni, hanno fatto sentire il loro peso anche nel fashion retail che sembra però rialzare pian piano la testa, trainato soprattutto dagli acquisti dei turisti extra UE.
È quanto emerge dal Fashion & High Street Report, rapporto di Federazione Moda Italia con World Capital, realizzato in collaborazione con Osservatorio Acquisti Nexi, Global Blue e CCIAA di Milano e che include, in questa edizione, un focus interamente dedicato alla città di Palermo.
Dopo un 2018 chiuso a -1,7% per gli acquisti nel fashion retail, il primo trimestre del 2019 ha visto un andamento altalenante ma comunque al rialzo con un + 7% complessivo grazie all’ottimo mese di marzo.
Se lo scorso anno le spese per abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa e articoli sportivi, sono calate dell’1,7%, per un totale di oltre 13 miliardi di euro, il 2019 ha visto un primo trimestre tra alti e bassi: particolarmente positivo il mese di marzo, che ha registrato un +7,2% con accessori e calzature a +8,2%.
Buone notizie anche per lo shopping dei turisti stranieri, tornati a fare acquisti dopo un 2018 non proprio eccezionale; fra gennaio e marzo si è registrato un incremento del 6% delle vendite e del 7% del valore dello scontrino medio, pari a 791 €.
Secondo i dati di Global Blue per Federazione Moda Italia, il 29% degli acquisti degli stranieri viene fatto dai turisti provenienti dalla Cina, seguiti dai russi (14%), dagli americani (+7%), coreani (+5%), con svizzeri (+5%) e clienti dei Paesi del Golfo (+4%) in forte crescita rispetto all’anno scorso. A Milano si concentrano gli acquisti tax free (38%), seguono Roma (17%), Firenze (9%) e Venezia (5%) e le altre località (16%) e gli outlet (14%).
Lo scontrino più alto fra dicembre 2018 e febbraio 2019 appartiene a Hong Kong (come per tutto il 2018), pari a 1.659 euro, seguito da Cina (1.206) e Stati Uniti Paesi del Golfo a 1.003. Ancora in calo i russi, del 9% a 665 euro, dato che conferma il -14% del 2018.
“Il 2018 si è chiuso ancora una volta in calo e i dati delle vendite nel fashion retail italiano di questo inizio d’anno sono ancora altalenanti“, ha commentato il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi.
“Rimane troppa incertezza e sappiamo bene che se manca la fiducia nel futuro e soprattutto le disponibilità economiche, anche i consumi rimangono al palo. A queste si aggiunge un clima meteorologico che ci ha fatto saltare la stagione, circostanza che si ripete sempre più spesso in questi ultimi anni provocando ingenti danni economici e marginalità sempre più risicate”, continua Borghi.
Se per il 2019 è ancora presto per tirare le somme, per Federmoda è fondamentale evitare l’aumento dell’IVA. “Comporterebbe un ulteriore crollo dei consumi “, conclude Borghi. Quello che serve è invece “una bella sforbiciata, con un’auspicata riforma fiscale, alle tasse di famiglie e imprese per rilanciare i consumi interni. Le nostre aziende chiedono inoltre di lavorare almeno a parità di condizioni con quelle che si arricchiscono sul web senza versare un equo contributo al Paese”.