(Teleborsa) – Momento negativo per il mercato italiano dell’auto che registra un calo nella produzione e nella vendita di autovetture. Secondo i dati preliminari di Anfia, ad aprile 2019 la produzione domestica in Italia ha visto una diminuzione del 22% rispetto all’aprile dello scorso anno, e del 19% nel primo quadrimestre dell’anno in corso. A maggio 2019, il mercato italiano dell’auto ha riportato una diminuzione delle vendite dell’1%.
Segno meno dunque per i primi cinque mesi del 2019 che chiudono con un -4%. A maggio, le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno registrato una quota di mercato del 26%, con volumi in flessione del 6%.
Segnali positivi sono arrivati nel periodo gennaio-maggio 2019 soltanto i veicoli commerciali leggeri (+6%, con una crescita del 5% a maggio) e i rimorchi leggeri (+2%, e un incremento del 4,5% nel mese); in flessione gli autocarri (-8%, nonostante il +5% di maggio), gli autobus (-8%, con un calo del 15% a maggio) e i rimorchi e semirimorchi pesanti (-7%, mentre nel mese la flessione è del 16%).
In calo anche il valore dell’export dall’Italia che segna a marzo 2019 una diminuzione del 5,4% con un valore di 2 miliardi di euro, il 4,8% del totale esportato. Gli Stati Uniti rappresentano, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 17%, seguiti da Francia e Germania, rispettivamente con una quota del 14,5% e del 13%.
L’import di autoveicoli vale, invece, 3,35 miliardi di euro (-5,2% rispetto a marzo 2018), pari al 9,1% del totale importato in Italia.
“La produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme, registra a marzo un calo tendenziale del 10,9%, che fa seguito alle flessioni già riportate nel primo trimestre del 2019 e nell’ultimo trimestre del 2018 – dichiara Gianmarco Giorda, direttore di Anfia -. Anche il secondo trimestre dell’anno, quindi, si apre con il segno meno, portando a una chiusura del quadrimestre in ribasso del 9,9%. La produzione italiana di parti e accessori per autoveicoli e loro motori riporta nuovamente, come già a febbraio e marzo, un segno negativo nel mese di aprile (-8,7%) e anche nel cumulato (-7,5%)”.