(Teleborsa) – Il pericolo amianto è ancora molto presente in Italia. 27 anni dopo la Legge 257/92 che di fatto ha messo al bando l’amianto nel nostro Paese, la fibra killer continua purtroppo a incombere sulla salute dei cittadini e dell’ambiente, anche a causa del pesante ritardo nelle bonifiche.
Del grave problema sempre quanto mai attuale nel nostro Paese se ne occupa ONA (Osservatorio Nazionale Amianto)
. L’organizzazione è presente in tutte le regioni di Italia con sedi territoriali e ha organizzato uno sportello amianto online attraverso il quale chiedere l’assistenza tecnica (per le bonifiche), medica (per la diagnosi, prevenzione e cura delle patologie asbesto correlate) e legale, per ottenere il riconoscimento delle prestazioni previdenziali INPS (prepensionamento), INAIL (rendita diretta e di reversibilità) e per i militari e i dipendenti del comparto sicurezza il riconoscimento di causa di servizio e vittima del dovere, e il risarcimento dei danni.
Sulla preoccupante situazione Teleborsa ne ha parlato con l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente ONA, che è anche componente della neonata “Commissione ministeriale di lavoro per la riforma normativa” in materia di amianto istituita dal Ministro all’Ambiente Costa e guidata da Raffaele Guariniello, il magistrato, in pensione dal 2015, noto per sua attività principalmente rivolta ai settori del lavoro, della salute e dell’ambiente autore di inchieste e indagini “scottanti” che hanno visto coinvolto anche il mondo dello sport per le conseguenze del doping somministrato agli atleti.
Avvocato, a che punto siamo? Può fornirci qualche dato per inquadrare in maniera più dettagliata quanto l’amianto continua a essere una “presenza” silenziosa e pericolosa nella nostra vita quotidiana.
“In Italia ci sono un milione di siti contaminati, di cui almeno 50 mila industriali, e 40 mila siti di interesse nazionale. L’ONA ha segnalato la presenza di amianto in 2.400 scuole (stima 2012 per difetto perché tiene conto solo di quelle censite da ONA in quel contesto – la stima è stata confermata dal CENSIS al 31.05.2014). Esposti più di 352.000 alunni e 50.000 del personale docente e non docente; 1.000 biblioteche ed edifici culturali (stima per difetto perché è ancora in corso di ultimazione da parte di ONA); 250 ospedali (stima per difetto perché la mappatura ONA è ancora in corso)”.
“La nostra rete idrica – sottolinea l’avvocato Bonanni – rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima ONA), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992, quando l’amianto veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive). Per evitare nuove esposizioni alla fibra killer e quindi il rischio di incidenza per nuovi cittadini vittime potenziali urge avviare una bonifica globale con la messa in sicurezza di tutti i siti contaminati, un piano di prevenzione primaria, la sorveglianza sanitaria con dei controlli periodici, e la ricerca scientifica, per una maggiore efficacia delle terapie e cure (prevenzione secondaria). Devono essere intensificate anche le tutele previdenziali e risarcitorie (prevenzione terziaria), per permettere, oltre al ristoro dei danni, anche di valutare l’esatta portata di questa strage”.
Pochi giorni fa, nel corso del Convegno organizzato assieme al Coni, dal titolo “Sport e Scuola, Ambiente e Sicurezza: Via L’Amianto!” è stata divulgata l’indagine dell’Osservatorio nazionale sull’amianto stando alla quale, secondo gli ultimi dati aggiornati circa 2400 scuole italiane sono ancora a rischio amianto. Da un punto di vista economico, quale cifre servono per le operazioni di bonifica?
“Nel corso del recente convegno dello scorso 30 maggio, in collaborazione con il Comitato Italiano Fair Play, presso il CONI, abbiamo aggiornato i dati già da noi resi pubblici in ordine al rischio amianto nelle scuole. Gli istituti censiti sono 2400, con una esposizione di circa 350.000 studenti e circa 50.000 docenti e non docenti. Una mappa del rischio che si aggiorna continuamente: il dato è sottostimato e deve essere letto anche con riferimento agli impianti sportivi che in massima parte sono frequentati da giovani.
Alcuni dati significativi della presenza di amianto nelle scuole del Lazio, ivi compresi gli impianti sportivi al loro interno. Sono state censite 64 tonnellate di amianto compatto e 150 kg di amianto friabile nelle sole scuole del Lazio: stima per difetto”.
“Nella regione Emilia Romagna – precisa – rispetto ad una parziale mappatura, l’amianto nel 2005 era presente nel in 431 scuole, e il 31 dicembre 2016 ancora in 52 scuole; oltre a esser, sempre nel 2005, in 251 impianti sportivi, poi ridotti a 60 a fine 2016.
Nella regione Marche, così come per l’Emilia Romagna, è stata censita la presenza di amianto friabile in 89 istituti scolastici e di ricerca, pari al 41,8%, e in 24 impianti sportivi, pari all’11,3% di quelli censiti. Nella regione Sardegna, nell’ambito degli edifici sottoposti a mappatura, è stato rilevato amianto in 395 di essi, dei quali 72 sono stati bonificati e 323 sono ancora da bonificare; per gli impianti sportivi, su un totale di 49 censiti, 14 sono stati bonificati e 35 rimangono ancora da bonificare. Abbiamo stimato che con un finanziamento di circa 240.000.000 di euro si potrebbe affrontare e in massima parte risolvere il problema amianto nelle scuole italiane. Attendiamo lo sblocco dei 7 miliardi di euro che il Governo ha stanziato per la sicurezza nelle scuole”.
Come detto, in Italia, l’asbesto è stato messo al bando nel 1992. E’ vero però che nel nostro Paese l’amianto continua a sbarcare da navi e aerei che provengono dall’estero, dalla Cina per esempio?
“L’amianto è stato messo al bando solo nell’Unione Europea e in pochi altri paesi del mondo, e se ne producono ancora 2 milioni di tonnellate ogni anno. Stati come la Cina, l’India, la Russia, etc, continuano a produrre materiali contenenti amianto, perfino giocattoli e abiti. In più, gli aeromobili e le navi che battono le bandiere degli stati che non hanno ancora posto al bando l’amianto continuano ad avere questi componenti tossiche. Si pensi ai ferodi dei freni dei velivoli, che nell’atterraggio fanno ovunque e sempre disperdere fibre di asbesto in seguito alla riduzione allo stato pulverulento dei ferodi di amianto dei loro ceppi freno; e così ancora per le coibentazioni delle navi, in amianto floccato e/o friabile, che con il modo ondoso, e altre vibrazioni fanno disperdere le loro fibre all’interno dei locali, poi frequentati anche da ignari passeggeri e/o lavoratori. Si pensi ai portuali adibiti al carico e scarico dei materiali. Ma vi è di più: non vi è il divieto di carico e scarico ovvero di transito nei porti italiani dei materiali di amianto. L’ONA a suo tempo aveva già segnalato importazioni di amianto dall’India, ancora fino al 2013 e al 2014, circostanza confermata dal Governo. Per questi motivi, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha chiesto e chiede al Governo gialloverde un intervento incisivo per la bonifica dei materiali di amianto, presenti ancora dalle scuole alle tubature dell’acqua potabile, dai treni, fino alle navi, dagli opifici industriali ai porti. Una mappa del rischio che comprende anche i militari, dalla Marina Militare, fino all’aviazione Militare, passando per l’Esercito fino ai Finanzieri”.