(Teleborsa) – E’ stato pubblicato il rapporto di Bankitalia per il nostro Paese e le previsioni non sembrerebbero delle più rosee. Nelle proiezioni macroeconomiche, elaborate per l’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato della Bce, nel triennio che va dal 2019 al 2021, l’andamento economico rifletterà infatti “maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro per effetto dell’introduzione di nuove forme di pensionamento anticipato, che, in linea con le regolarità osservate nel passato, verrebbero solo in parte rimpiazzate da nuove assunzioni”. In parole povere, le uscite previste da quota 100 verranno compensate solo relativamente. L’istituto centrale ha poi continuato l’analisi stimando, nello stesso periodo di riferimento, anche una espansione contenuta dell’occupazione, “soprattutto nei primi due anni”.
Nella nota ufficiale si rivedono anche le stime di crescita: Bankitalia a tal proposito fa sapere che “Rispetto alle nostre precedenti proiezioni, pubblicate nel Bollettino economico di gennaio, la stima di crescita è inferiore di 3 decimi di punto percentuale quest’anno, 2 decimi nel 2020 e 1 decimo nel 2021 e sono basate sulle informazioni disponibili al 15 maggio (per la formulazione delle ipotesi tecniche) e al 22 maggio (per i dati congiunturali). Non tengono pertanto conto- spiega la nota- della lieve revisione al ribasso della crescita del Pil nel primo trimestre diffusa dall’Istat il 31 maggio rispetto al dato preliminare del 30 aprile. Una più ampia discussione del quadro previsionale per l’economia italiana, unita degli aggiornamenti necessari, verrà presentata nel Bollettino economico della Banca d’Italia in uscita il prossimo 12 luglio”.
Le proiezioni presentate si calibrano anche sull’acuirsi dell’indebolimento dello scenario internazionale dall’inizio di quest’anno ipotizzandone un miglioramento graduale previsto nel corso del prossimo biennio. Al momento però “l’andamento dei mercati finanziari potrebbe risentire di un aumento dell’incertezza sulle prospettive della politica di bilancio e comportare condizioni di finanziamento per le imprese meno favorevoli”. Fra i rischi la Banca d’Italia evidenzia infine anche “le perduranti tensioni sulle politiche commerciali internazionali, che potrebbero accentuare la debolezza dell’economia globale e ripercuotersi sulle esportazioni e sulla propensione all’investimento”.