(Teleborsa) – “L’azienda non sta rispettando le norme in vigore in relazione alla comunicazione di avvio procedura sulle ricadute del piano industriale”. Pertanto “stiamo valutando anche con supporto dei nostri legali di riferimento una eventuale azione giudiziaria sul piano strettamente sindacale. La decisione finale la prenderemo la prossima settimana”. Lo dichiarano le segreterie nazionali ed i coordinamenti di gruppo Carige, di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin.
“In assenza di tangibili garanzie e di un chiaro progetto organizzativo – proseguono – le organizzazioni sindacali non sono in grado di poter discutere l’attuazione del piano industriale e tantomeno di ulteriori riduzioni del personale e del numero delle filiali”.
“Contrariamente a indiscrezioni di stampa ed a quanto annunciatoci dall’azienda il 30 maggio scorso – spiegano i sindacati – non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione di avvio procedura sulle ricadute del piano industriale così come previsto dagli obblighi contrattuali e dalla normativa vigente. Rimane fermo il nostro giudizio estremamente negativo sul progetto aziendale relativo al Wealth Management perché, malgrado i discutibili tentativi aziendali di convincerci del contrario, riteniamo che sia un modo di trasformare la natura della Banca, mettendo a rischio, per quanto ci riguarda, la continuità aziendale e la tenuta occupazionale”.
“Relativamente al clima che si respira in Azienda, pessimo già da alcuni anni – concludono le organizzazioni sindacali – registriamo sempre un suo netto peggioramento. Ci rimangono oscure le motivazioni che perseguono coloro che stanno operando in questa direzione. Esprimiamo inoltre un giudizio fortemente negativo su chi in questi ultimi anni e fino ad oggi ha gestito l’azienda, attraverso numerosi piani industriali rimasti in gran parte inattuati a parte la dolorosa eccezione del risparmio sui costi del personale e della cessione di asset“.