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Conte: “Nessun taglio a Reddito di cittadinanza e Quota 100”

Il taglio a Quota 100 e Reddito di cittadinanza “non è assolutamente all’ordine del giorno. Lavoriamo con il Mef perché si prefigurano dei risparmi di spesa” visto che alcune somme erano state “un po’ sovradimensionate”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un punto stampa da Hanoi.

“È da escludere qualsiasi taglio a misure di protezione sociale, perché si prefigurano risparmi di spesa. Questo significa che abbiamo accantonato somme che sono sovradimensionate. Quindi nessun taglio, quelle misure restano intatte”, ha assicurato il premier.

Inoltre, “non c’è un rinvio del Cdm. Non era stata fissata nessuna data non perché non siamo riusciti a conciliare un appuntamento questa settimana. Ragionevolmente sarà all’inizio della prossima settimana”.

DI MAIO – Parole alle quali seguono quelle del vicepremier Luigi Di Maio che, sui conti pubblici e il rapporto con l’Europa, ha sottolineato: “Questa è una procedura di infrazione che inizia sul debito del 2018, quando ancora non c’erano il Reddito di cittadinanza e Quota 100. Nel 2018 era in vigore la legge di Bilancio fatta dal governo Gentiloni. Noi abbiamo portato avanti degli obiettivi che non incidevano sul bilancio. Se ci chiedono il taglio delle pensioni e dei servizi – ha detto a Radio Anch’io su Radio Raiuno – dico che non se ne parla proprio”.

“Io – ha continuato Di Maio – avevo apprezzato il presidente della commissione Juncker quando disse che le politiche di austerità imposte alle Ue erano state troppe dure. Però con la lettera che mandano all’Italia dimostrano di aver avuto un comportamento elettorale, piuttosto che di un vero e proprio ripensamento delle politiche di austerity”.

L’EUROPA – “Nei prossimi giorni – ha spiegato ancora il ministro del Lavoro – avremo degli appuntamenti importanti in Europa a livello di ministri dell’Economia. Con l’Europa inizierà una trattativa per fermare la procedura di infrazione, non ci devono essere manovre correttive“.

“Noi dobbiamo spiegare quello che abbiamo fatto finora, portare avanti le misure di lotta all’evasione e di riduzione del costo del lavoro. Questa trattativa però non la devono fare solo i burocrati, deve passare anche per il Parlamento in modo che, con un atto di indirizzo, vengano messi tutti i paletti politici che servono. Non permetteremo che vangano sottratti diritti ai cittadini ma anche alle imprese”.

LA LETTERA – “Alla Ue noi spiegheremo che siamo convinti delle nostre ragioni. Nelle lettere della Ue ci sono delle cose assurde. A dicembre, la Ue ci ha fatto sapere che dovevamo fare meno investimenti, perché la commissione non ci ha concesso tutti i margini che gli chiedevamo. Oggi ci dicono ‘no, avete fatto pochi investimenti’. Allora si decidano – ha detto Di Maio -, sono troppi o troppo pochi? Io credo che su questi aspetti le cose vadano cambiate”.

In collaborazione con Adnkronos 


Fonte: https://quifinanza.it/pensioni/feed/

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