(Teleborsa) – “Oggi alle 18.15 terrò una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ho alcune cose importanti da dire a tutti voi”. Lo aveva annunciato questa mattina, lunedì 3 giugno, lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte intenzionato a prendere la parola per fare chiarezza su presente – e ancora più – sul futuro del Governo finito nel mirino della Commissione Europea per via del debito e anche per questo chiamato ad agire con risolutezza e decisione. Tradotto: non c’è più tempo da perdere.
Un discorso che da molti era stata presentato come una sorta di richiamo pubblico a Lega e CinqueStelle, alleati troppo spesso alle prese con punzecchiate reciproche e frizioni, che creano perplessità sulla tenuta dell’esecutivo e preoccupano il Colle.
Conte, spesso tirato per la giacchetta e chiamato a vestire in più di una occasione i panni da paciere, ha lasciato chiaramente intendere che non ha alcuna intenzione di farsi consumare dalla rissa senza fine tra M5S e Lega, scegliendo di parlare direttamente agli italiani dalla Sala dei Galeoni a Palazzo Chigi.
“Il primo giugno 2018 abbiamo prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica – ha esordito – c’era molto scetticismo, anche perché era alla base della nostra azione c’era un contratto. Ma c’era scetticismo anche su di me, perché non avevo alle spalle una mia forza politica. Io ho giurato fedeltà solo alla nazione, la fedeltà alla Repubblica è stata e sarà sempre il mio faro”.
Poi è entrato nel vivo delle misure messe in atto dal suo Governo, difendendone l’operato: “In questo anno abbiamo realizzato misure per rispondere soprattutto alle esigenze sociali dei cittadini, da Quota cento al Reddito di cittadinanza”.
Spazio anche al passaggio sulle Elezioni europee: “Purtroppo il clima elettorale non si è ancora spento, è un clima che non giova all’azione di governo”, ha detto. “Trattandosi di una consultazione europea non ha ricadute dirette nella distribuzione delle forze rappresentate nel nostro parlamento, ma le forze politiche sono comunità di donne e uomini e quindi i risultati provocano esaltazione nei vincitori e delusione negli sconfitti”.
L’ULTIMATUM DI CONTE – Poi arriva l’affondo e l’ultimatum – senza se e senza ma – a Salvini e Di Maio: “Chiedo a entrambe le forze politiche e in particolari ai rispettivi leader di operare una chiara scelta e di dirmi e dirci se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto stipulato o se preferiscono riconsiderare questa posizione, perché vogliono consolidare la loro posizione o riscattare una sconfitta elettorale. Io resto disponibile. Non mi presterò in nessun modo a bivaccare per proseguire la mia presenza qui a Palazzo Chigi. Se i comportamenti non fossero coerenti e conseguenti, con la trasparenza e lealtà con cui uniformo sempre la mia azione rimetterò il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, verso cui provo una profonda stima e gratitudine per il sostegno e i consigli. È compito delle forze politiche decidere: chiedo una risposta chiara, inequivoca e rapida”.