Mentre i rendimenti obbligazionari continuano a divergere sempre più tra quelli dei paesi virtuosi e quelli più indebitati e economicamente vulnerabili, i mercati azionari perdono terreno e la volatilità torna con prepotenza. Appesantite dalle paure di una escalation della guerra commerciale e di un deterioramento dei rapporti tra Bruxelles e Roma dopo le elezioni europee, le Borse scambiano in rosso.
Anche Piazza Affari scivola nella prima parte di giornata, estendendo i cali sulla scia della chiusura in deciso calo di Tokyo. A pesare come dicevamo è lo stallo sul fronte delle negoziazioni sul commercio tra Stati Uniti e Cina a cui si aggiungono i rinnovati timori per la crescita globale. A Milano il paniere principale delle blue chip Ftse Mib perde l’1,1% a 20.019 punti. La Borsa di Francoforte cede l’1,1% circa, mentre quella di Parigi l’1,5%. La piazza londinese lascia sul campo più dell’1,1%. L’indice della paura del VIX nel frattempo fa un balzo di oltre il 16% in area 18,5 punti.
Anche se Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici dell’Unione Europea, si è detto contrario a imporre sanzioni contro l’Italia, rimane la possibilità che la Commissione avvi una procedura di infrazione per deficit eccessivo. L’Italia, in tutti i modi, resta la sorvegliata speciale d’obbligo dei mercati, con gli investitori preoccupati per un possibile scontro frontale sui conti pubblicipossibile scontro frontale sui conti pubblici.
Il debito pubblico italiano continua a salire e con esso anche le spese per interessi, dal momento che lo spread si allarga e sfiora i 290 punti base. Al momento viaggia in area 285 punti e il rendimento del Btp decennale si avvicina al 2,7%. Sotto è riportato il grafico della performance degli ultimi 12 mesi.
Emissione Btp: conto sarà ancora più salato rispetto al 2018
Dopo un 2018 in cui il governo ha collocato titoli di Stato per 390 miliardi di euro, con un aumento del costo medio dallo 0,68% all’1,07%, le emissioni previste nella parte restante dell’anno rischiano di diventare ancora più care. Da giugno a dicembre il Tesoro è atteso da un semestre di fuoco per via dei tanti titoli governativi in scadenza. Si parla di 120 miliardi di euro da rimborsare.
Gli analisti hanno fissato a 400 punti base la soglia di pericolo per i Btp. Dal momento che le tensioni potrebbero salire per via del fatto che la Lega, che dopo il successo alle elezioni europee, è ancora più motivata a battere i pugni sul tavolo di Bruxelles. Secondo le stime di Bloomberg, ai titoli per 54 miliardi di euro in scadenza nel prossimo trimestre si devono sommare quelli degli ultimi tre mesi dell’anno, equivalenti a 66 miliardi.
Il Tesoro dovrà ricorrere a nuove emissioni, un fatto che secondo gli analisti citati dall’agenzia americana – complice lo scenario internazionale non facile caratterizzato da un’economia in rallentamento e le incertezze di guerra commerciale e Brexit – potrebbero fare lievitare il costo delle prossime emissioni di debito.
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