(Teleborsa) – Quello con le Europee era stato presentato come un appuntamento importante e delicato, destinato a riscrivere gli equilibri, anche interni. E così è stato: boom (annunciato) della Lega, PD che rialza la testa, crollo del Movimento CinqueStelle.
Risultato? Oltre a quello numerico che si sta defilando, mentre lo spoglio è ancora in corso, ce n’è un altro, ancora più evidente: nel Governo cambiano i rapporti di forza, di fatto invertendosi. Il Carroccio di Matteo Salvini sfonda quota 30%, per la precisione arriva al 32%. Crolla sotto il 20% il Movimento 5Stelle – a due terzi dello spoglio è al 17%, cioè la stessa percentuale raccolta dalla Lega il 4 marzo del 2018 – sorpassato dal PD del neo Segretario Zingaretti che raggiunge il 25%.
Dietro resiste Forza Italia intorno al 9%, mentre Fratelli d’Italia è al 6%. Tutti gli altri non arrivano alla soglia di sbarramento: rimangono fuori dal Parlamento europeo, +Europa di Emma Bonino, Europa verde, La Sinistra e Rifondazione comunista.
Salvini, intanto, si prepara ad entrare a Bruxelles da vincitore. Il leader della Lega porta a casa un risultato senza precedenti nella storia del suo partito, ma ci tiene subito a sottolineare la sua preoccupazione per il futuro: “Tra una settimana scommetto che arriva la lettera da Bruxelles. Ai richiamini dei professorini agli studenti che si permettono di investire sul lavoro risponderemo, senza preoccupare i mercati che vogliono un’Italia che cresce”. Poi rassicura gli alleati di Governo: “Il mio nemico resta la sinistra. Non chiederò una sola poltrona in più, ma un’accelerazione sul programma dell’esecutivo, dalla riduzione della tasse all’autonomia”.
In casa Cinquestelle, si sceglie la strada del silenzio. Per ora solo indiscrezioni: “Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare, restiamo comunque l’ago della bilancia in questo governo e da qui in avanti più attenzione ai territori”, avrebbe detto Luigi Di Maio ai suoi. Per le dichiarazioni ufficiali bisognerà aspettare lunedì pomeriggio, quando Di Maio parlerà al ministero dello Sviluppo economico a margine del tavolo su Mercatone Uno.
IL PD RIALZA LA TESTA – Soddisfazione anche in casa PD dopo il sorpasso sui CinqueStelle: “Il Governo è ancora più fragile e isolato, l’assalto sovranista a Bruxelles non è riuscito”. Per il Segretario Dem “torna protagonista di un nuovo bipolarismo” tra centrodestra e centrosinistra.
I NUMERI – L’affluenza alle elezioni Europee in Italia è stata in calo di 2 punti e mezzo percentuali rispetto al 2014. Alla chiusura delle urne, quando sono pervenuti i dati di quasi tutti i comuni, ha votato il 56% degli aventi diritto: cinque anni fa erano stati poco più del 58,8%. Crollo di partecipazione soprattutto al Sud, fattore questo che ha penalizzato il Movimento5Stelle, che ha storicamente nelle aree del Mezzogiorno il suo “fortino”.
BOOM “VERDE” – Guardando ai risultati che arrivano da molti Paesi d’Europa, in primis da Germania e Francia, si registra una importante novità nel panorama politico: l’avanzata dei Verdi. Secondo la prima simulazione diffusa dall’Europarlamento i seggi conquistati dal gruppo ambientalista passano dai 50 della scorsa legislatura a 69 seggi e potrebbero dunque avere un ruolo significativo nel necessario compromesso che porterà alla nascita della nuova Commissione Europea.
REGGE LA MERKEL, LE PEN PRIMO PARTITO IN FRANCIA – In Germania i Verdi sono al 20,8%, diventando il secondo partito dopo la Cdu, praticamente raddoppiando il risultato precedente mentre crolla la Spd e cala la Cdu di Merkel che però tiene. Sorpresa anche in Francia, dove la lista Europe-Ecologie le Verts è il terzo partito con il 12,8% dei voti.
I populisti alleati di Matteo Salvini in Europa segnano buoni risultati soprattutto in Francia, dove il Rassemblement National di Marine Le Pen è il primo partito con il 23,2%. In Germania l’estrema destra dell’Afd cresce al 10,5% ma non sfonda come i sondaggi lasciavano presagire. I Veri finlandesi restano fermi al 13%. L’austriaco Fpoe, scende di due punti al 17,5%, mentre tracollo del Partito del Popolo Danese: al 13,2% rispetto al 26,6% di cinque anni fa.
IN GRAN BRETAGNA TRIONFA FARAGE – Il “neonato” Brexit Party di Nigel Farage, partito che ha visto la luce solo qualche settimana fa, ha ottenuto il 31,6% dei voti, seguono i liberaldemocratici con il 20,3%. Al terzo posto i laburisti di Jeremy Corbyn, che scivolano al 14,1%, mentre i conservatori della Premier dimissionaria Theresa May crollano del 15%, fermandosi al 9,1%.
VOLA ORBAN – Viktor Orban trionfa in Ungheria. Un risultato ampiamente previsto, il partito del Premier, Fidesz, conquista il 52% dei voti. La seconda forza politica del paese, la Coalizione Democratica di Sinistra, si ferma al 16%. Il partito di Orban ottiene 13 dei complessivi 21 seggi destinati all’Ungheria, uno in più rispetto a quelli conquistati nel 2014.
“Ora svolta UE su migranti” – Dopo l’annuncio dei risultati, il Premier ha affermato “di sperare che si realizzi un cambiamento nell’arena pubblica europea a favore di quei partiti che vorrebbero fermare le migrazioni”.
Giornata di voto, ieri, in tutta Italia, non solo per le elezioni europee, per rinnovare l’europarlamento: si è votato anche per le elezioni regionali in Piemonte. E infine, in circa la metà dei Comuni italiani per rinnovare il Sindaco e il Consiglio comunale.
Elezioni Piemonte 2019, exit poll: centodestra pronto a strappare al Pd un’altra Regione del Nord – I risultati veri, quelli dello spoglio, saranno noti soltanto oggi pomeriggio, lunedì 27 maggio alle 14, quando verranno aperte le urne, ma in base al primo e al secondo exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, Il centrodestra si avvia a conquistare anche il Piemonte e assumere il controllo di tutte le Regioni dell’arco alpino. Il Candidato a Governatore Alberto Cirio sarebbe in testa con una forchetta del 45-49% sul Presidente della Regione uscente, Sergio Chiamparino del Centrosinistra, stimato tra 36,5 e 40,5%. Più staccato Giorgio Bertola, candidato M5s, al 12-16%.
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