(Teleborsa) – Il conto alla rovescia è iniziato: il tempo a disposizione di Theresa May sta per scadere mentre si fa sempre più insistente il pressing di quanti ne chiedono le dimissioni, addirittura immediate.
Dopo l’uscita dal Governo di Andrea Leadsom, Ministra per i rapporti con il Parlamento, il 36esimo che si tira fuori dal suo esecutivo, il 21esimo per dissensi sulla Brexit, la sfiducia nei confronti della Signora di Downing Street cresce a dismisura, troppo per fare finta di niente.
La Premier britannica, appesa a un filo sottilissimo, prova a resistere e a metà giornata arriva la notizia di un mini-rimpasto: fuori la brexiteer Leadsom dentro il moderato Mel Stride, finora Viceministro al Tesoro. Stride è stato a sua volta rimpiazzato nell’incarico precedente da Jesse Norman, sino a oggi Sottosegretario ai Trasporti, cui subentra Michael Ellis, dal dicastero della Cultura. Il rimpasto prevede un solo ingresso dall’esterno, con la nomina a nuova Sottosegretaria alla Cultura della deputata Rebecca Pow, che ha sempre mostrato fedeltà alla Premier.
Nel frattempo, Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione UE, sta perdendo la pazienza: “Mi sto stancando perché stiamo aspettando solo la prossima proroga”, ha detto in un’intervista alla Cnn circa l’ipotesi di un ulteriore rinvio della Brexit rispetto alla deadline fissata per il 31 ottobre dopo due slittamenti.
“Quello che non mi piace nel dibattito britannico -ha proseguito – è che sembra più importante rimpiazzare il Primo ministro (in riferimento alla poltrona della May sempre più vacillante, ndr) che trovare un’intesa”. Per l’Ue, sottolinea, il fulcro della questione non riguarda “l’identità del prossimo primo ministro ma l’accordo per l’uscita” della Gran Bretagna dall’Unione.
Nel dibattito, sempre più rovente, interviene anche l’ambasciatore britannico in Italia Jill Morris: Partecipare alle elezioni europee (Gran Bretagna al voto oggi giovedì 23 maggio, ndr) “non è ovviamente il risultato auspicato, il Governo ha fatto il possibile per evitarlo ma siamo ancora parte dell’Ue e agiamo come membro affidabile e responsabile”. Lo ha detto ospite di un Forum ANSA. “Non partecipare – ha detto – avrebbe potuto avere un impatto negativo per la legittimità del Parlamento europeo. Il Governo tuttavia spera ancora di presentare una bozza di legge perché sia approvata prima della fine di giugno, evitando la necessità agli eurodeputati eletti nel Regno unito di andare a Bruxelles”
Anche dopo la Brexit, con l’Ue “vorremmo mantenere una partnership profonda e speciale che ci permetterebbe di lavorare come un alleato vicino all’Unione, per continuare a difendere i valori europei nel resto del mondo”, ha proseguito.
E ancora: un’uscita dall’Ue senza accordo “sarebbe il risultato peggiore per noi e per tutti e dobbiamo fare il possibile per evitarlo ma in mancanza di un accordo e di un’alternativa sarebbe questo il risultato. Un’uscita No Deal avverrebbe il 31 ottobre, c’è il tempo per evitarlo e il governo si sta impegnando”. Uno scenario che tutti vorrebbero evitare: “Uscire in maniera giusta – ha concluso – è la cosa importante. Ovviamente la situazione è molto fluida dobbiamo aspettare i risultati delle Europee”.