(Teleborsa) – L’Italia è al 27esimo posto per investimenti in ricerca e sviluppo al 22esimo per capacità innovativa secondo la classifica del World Economic Forum (WEF) ed è fanalino di coda nel venture capital con 2 dollari pro-capite contro i 120 della Gran Bretagna e i 250 degli Stati Uniti.
Inoltre, nella classifica europea dell’innovazione “European Innovation Scoreboard – EIS”, il nostro Paese si colloca a metà del terzo gruppo di merito, fra i cosiddetti “innovatori moderati”, con un summary innovation index di 0,37 contro lo 0,50 della media EU28. E per la maggior parte dei 27 indicatori specifici è ben al di sotto di questa media.
Sono alcuni dei dati citati sul nuovo numero della rivista ENEA “Energia Ambiente e Innovazione” (EAI) dal titolo “Insieme per l’innovazione: la nuova sfida per ricerca e imprese“.
La rivista analizza criticità e punti di forza in tema di ricerca e innovazione nel nostro Paese, le strategie e i possibili strumenti per avvicinare sempre più i laboratori alle esigenze del mondo produttivo con un focus particolare sui nuovi strumenti messi in campo da ENEA: il Knowledge Exchange Program (KEP), i Knowledge Exchange Officer (KEO) specializzati in consulenze alle imprese, il Fondo per il Proof of Concept da 2,5 milioni di euro dell’Agenzia e i primi 13 progetti già finanziati, le collaborazioni avviate dai dipartimenti ENEA con numerose aziende.
A giudizio della maggior parte degli autori la scarsità di investimenti è una delle maggiori sfide per superare la cosiddetta “Valle della Morte” della ricerca, una sorta di “zona grigia” dove si perdono molti ottimi progetti tra il trasferimento tecnologico, il lancio di un nuovo prodotto e il suo successo prima tecnico e poi anche commerciale.
“Ricerca e innovazione devono essere al centro delle nuove politiche per lo sviluppo e la competitività, anche attraverso un rapido e sostanziale aumento degli investimenti”, ha affermato il viceministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti in un editoriale sul nuovo numero della rivista ENEA. “L’Italia – sostiene Fioramonti – è stata fra i pochi Paesi avanzati ad aver interpretato le restrizioni di bilancio indotte dalla crisi come tagli a R&I”. Da qui la necessità di “superare le vecchie e fallimentari politiche di competitività basate sul taglio dei costi e di puntare su un sistema di innovazione efficace che dia prodotti e servizi di qualità, arrivando anche a chiedere un trattamento speciale per gli investimenti in R&I alle Autorità di vigilanza della stabilità dei conti pubblici”.