in

Lavoro, pari diritti per donne e uomini solo in 6 Paesi nel mondo

(Teleborsa) – Esistono solo 6 Paesi in tutto il mondo in cui si può asserire che non vi sono differenze di diritti nell’ambito lavorativo tra uomini e donne. Questi sono Francia, Belgio, Danimarca, Lettonia, Lussemburgo e Svezia. Nel resto degli Stati le donne soffrono svantaggi.

Per quanto riguarda il nostro Paese, stando al rapporto della World Bank, l’Italia presenta un punteggio che risulta mediamente alto. Il Bel Paese ha infatti raggiunto 94,38 punti, guadagnando il 22° posto. Nonostante questo traguardo, il nostro valore resta comunque tra i meno lodevoli a livello europeo.

A pesare in negativo è soprattutto la differenza di stipendio tra i lavoratori dei due sessi, un gender gap che, nelle regioni settentrionali, si esplicita con uno scarto che può raggiungere gli 880 euro.

A rendere nota la “discriminazione” è la Banca Mondiale, che pubblica il rapporto “Women, business and the law 2019”, in cui si rende palese il dislivello tra i due generi ed emerge che le donne possano vantare solo tre quarti dei diritti che sono invece riservati agli uomini.

Lo studio ha preso in considerazione le norme vigenti in 187 Paesi e tenuto in considerazione 8 diversi indicatori che misurano la parità o meno dei diritti tra i due sessi, assegnando per ogni voce un punteggio da 0 a 100. La media del campione è stata di 74 punti, con i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente che hanno ricevuto i risultati peggiori.

Il primo degli otto elementi di valutazione è stato il “Going places“ovvero la libertà di movimento di uomini e donne, indicatore in cui Paesi come Iran, Iraq, Arabia Saudita, Brunei e Cameron non hanno raggiunto nemmeno i 50 punti.

Il secondo è stato “Starting a job”, indicatore influenzato grandemente dalla presenza o meno di norme contro le molestie sessuali, presenti in solo 35 Paesi, e il terzo “Getting paid”, sulle possibilità di effettuare lavori pagati in tutti gli ambiti.

Il quarto punto analizza il “Getting Married”, parametro calibrato sulle norme che regolano il matrimonio nonché dalle leggi che puniscono le violenze domestiche, mentre il quinto tocca, con il titolo “Having Children”, la presenza di norme che tutelano il lavoro dopo la gravidanza.

Infine vi sono il “Running business”, che si focalizza sulle reali opportunità di una donna di gestire un’attività in proprio, a partire dall’accesso ai finanziamenti, il “Managing Assets”, per il diritto di proprietà e di ereditarietà, e il “Getting a Pension”, ultimo indicatore che confronta le condizioni pensionistiche di donne e uomini.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Le malattie croniche incidono sulla spesa sanitaria: quali sono i costi della salute

Luciano Benetton: “Alitalia resti marchio italiano, ma nessuno ci ha cercato”