(Teleborsa) – L’annuncio di Boeing relativo alla ultimazione del processo di aggiornamento del software di volo del 737 Max, imputato per gli incidenti occorsi a distanza di poco più di cinque mesi alla versione 8 dei velivoli di Lion Air e Ethiopian Airlines, ha messo in moto le compagnie aeree che devono ripristinarne l’impiego nella propria flotta dopo un iter che si preannuncia articolato e complesso. E’ fissato per giovedi 23 maggio il primo summit delle autorità aeronautiche che dovranno esaminare le nuove procedure introdotti dal costruttore e i criteri su cui sono stati basati gli aggiornamenti del software, finalizzati a ovviare ai conflitti di interpretazione dell’assetto di volo.
All’approvazione della FAA per quanto concerne la nuova certificazione del 737 Max negli Stati Uniti dovrà seguire quella delle autorità aeronautiche dei Paesi in cui l’aeromobile viene fatto operare, compresa l’EASA per i cieli europei. Boeing, dopo avere provveduto al caricamento della nuova versione del software anti-stallo su ciascuna macchina, dovrà pianificare i cicli di formazione e aggiornamento degli equipaggi. C’è chi pensa sia sufficiente un’attività svolta al computer, chi invece ritiene indispensabile svolgerla al simulatore di volo. Quanto agli aeromobili lasciati a terra, ognuno di essi dovrà subire una manutenzione completa, che riguarda il check della componente motoristica, idraulica, elettrica e elettronica.
Punto di riferimento per valutare i tempi e la modalità di questo processo è la compagnia americana Southwest Airlines, il maggiore operatore a livello mondiale di 737 Max con i suoi 34 esemplari in flotta, che si è data un mese di tempo per caricare il software aggiornato e preparare i suoi piloti da quando l’aereo riotterà la certificazione. La compagnia ha programmato il reimpiego del 737 Max sulle proprie rotte il 6 agosto 2019. American Airlines ha schedulato il ritorno in pista del velivolo due settimane dopo.