Le tensioni tra Stati Uniti e Cina mettono in fuga gli investitori stranieri dal mercato azionario cinese. Da inizio di maggio il denaro estero uscito dai mercati di Shanghai e Shenzhen, attraverso la piattaforma Stock Connect di Hong Kong, si è attestato a $ 7,56 miliardi. Una cifra sostenuta sui cui tuttavia gli analisti di Jp Morgan non drammatizzano.
“È comprensibile che gli investitori desiderino trarre profitto alla luce della volatilità del mercato a seguito dei colloqui commerciali tra Usa e Cina. Ma è solo un’interruzione temporanea “, ha detto Howard Wang strategist di J.P. Morgan Asset Management.
Da inizio anno l’azionario cinese aveva ripreso a correre, per via di maggiori stimoli per l’economia e delle schiarite nei negoziati tra Pechino e Washington. Il rimbalzo arrivava dopo un un calo record di oltre il 24% nel 2018, la peggiore performance in un decennio.
Ma il vento è cambiato a maggio: da inizio mese le azioni cinesi hanno segnato i cali più consistenti in tre anni. Nel lungo periodo, le previsioni restano orientata al bello: per Wang le azioni cinesi o comunque quelle denominate in yuan dovrebbero vedere “consistenti afflussi”.
Wang ha attribuito questo ottimismo a alcuni fattori:
“Si tratta di un mercato che non ha ancora espresso completamente le sue potenzialità. È un mercato ampio, che presenta molte opportunità perdiversi tipi di investitori”, ha detto.