(Teleborsa) – La crescita del margine di interesse è la componente che ha contribuito di più alla crescita dei risultati di nell’ultimo trimestre. Lo ha confermato il CEO della banca Victor Massiah illustrando le slide durante la conference call con gli analisti e dicendosi “particolarmente soddisfatto” di questo risultato.
Il margine di interesse di UBI banca si è attestato a 446 milioni di euro con una crescita dell’1,8% rispetto allo stesso trimestre del 2018 e dell’1% sul trimestre precedente. Un risultato favorito soprattutto dalle attività con la clientela che hanno generato 383 milioni di margine da interesse mentre il margine da attività finanziarie è stabile a 44 milioni.
A proposito del futuro, Massiah ha spiegato che per tutto il 2019 si assume una posizione conservativa che vede tassi negativi o al massimo intorno allo zero, dunque la strategia è quella di individuare nuove attività che permetteranno alla banca di crescere.
Una crescita – ha spiegato il numero uno della banca – favorita dalla strategia di sostegno degli spread in un’ottica di medio-lungo periodo che fa perno su volumi e performance commerciale. Lo Spread per la clientela si è attestato all’1,76% dall’1,70% del 1° trimestre 2018: cresce il mark up delle nuove erogazioni di crediti a medio lungo termine (243 bps da 196 bps del 4° trimestre), mentre il mark down degli impieghi in scadenza è rimasto quasi costante (193 bps da 198 bps del trimestre precedente).
Sul fronte commissioni è cresciuta soprattutto la componente delle commissioni legate all’attività in titoli (225 milioni) e più in dettaglio le commissioni di performance e up front legate a fondi, Sicav e prodotti assicurativi (171 milioni).
La strategia punta ad una diversificazione del portafoglio con incremento degli asset finanziari (Securities) del 9,9% ed una quota sostanzialmente stabile di titoli italiani.
Massiah ha fornito alcuni dettagli relativamente all’esposizione in crediti deteriorati: dimezzata la quota di crediti in bonis che diventa non performing con un default rate che scende allo 0,79% dall’1,38% del 4° trimestre e dall’1,85% del 1° trimestre 2018. I flussi crediti che si trasformano in NPE scendono a 165 milioni, minimo storico, rispetto ai 289 del 4° trimestre (-43%) ed ai 390 milioni del 1° trim 2018. Rispetto al picco raggiunto nel 4° trimestre del 2012 di oltre 1,3 miliardi c’è una riduzione dell’87,5%.
Le coperture dei crediti deteriorati complessivi risultano in crescita sia in termini di coperture contabili (al 39,09% rispetto al 38,5% a fine 2018) che includendo i write off (al 46,96% rispetto al 46,01% a fine 2018).
A proposito del CET1 ratio che in questo trimestre si è attestato all’11,47%, il numero uno della banca ha detto di non avere problemi ma ha affermato che con il nuovo piano dovrà superare il 12%.
Massiah ha poi escluso possibili dismissioni, affermando “non venderemo nessun gioiello di famiglia”. Poi, ha spiegato che sono in corso solo negoziazioni per irrobustire la parte assicurativa.