(Teleborsa) – Un epilogo scontato che la Premier May ha provato, invano e fino all’ultimo di scongiurare. Senza successo. Ormai è ufficiale: il Regno Unito parteciperà il 23 maggio alle elezioni Europee, a distanza di quasi tre anni dal Referendum che aveva decretato la Brexit.
Oggettivamente, un bel paradosso.
A dare l’annuncio David Lidington, numero due del Governo Tory e coordinatore dei negoziati in corso con l’opposizione laburista di Jeremy Corbyn alla disperata ricerca di un accordo di compromesso sui termini del divorzio da Bruxelles in grado di strappare quella ratifica di Westminster che finora l’esecutivo non è riuscito a portare a casa. Lidington ha anche precisato che l’intesa con il Labour resta possibile.
COSTRETTI A GETTARE LA SPUGNA – Ma ha ammesso che, “dato il poco tempo rimasto” prima del 23 maggio, è “malauguratamente impossibile portare a compimento la procedura legale” dell’uscita dall’Ue “prima delle elezioni Europee”. Anche nel caso in cui l’intesa su una Brexit soft – che il vertice laburista vuole ancorare alla permanenza definitiva di Londra nell’unione doganale, non alla prospettiva temporanea cui la May è parsa finora disposta al massimo a piegarsi – arrivasse nei prossimi giorni.
Fallito un obiettivo, ne resta un altro, ossia un rinvio “il più breve possibile”, attraverso l’impegno a “raddoppiare gli sforzi” del dialogo con l’opposizione. E di non arrivare a utilizzare l’intera proroga concessa dal Consiglio Europeo – dal 29 marzo previsto al 31 ottobre. A questo punto, la nuova data utile sembrerebbe essere luglio.