(Teleborsa) – Bene il decreto sblocca cantieri ma è necessario far partire subito i lavori e sistemare alcuni “profili di criticità”. È il parere espresso da Confcommercio in audizione sul provvedimento alle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato che ha rimarcato i problemi legati “ai rinvii ai procedimenti attuativi, alla mancanza di una lista già nel decreto di opere prioritarie” e alla “tempistica del regolamento unico”.
Secondo Confcommercio “il passaggio dal vecchio al nuovo regime rischia di rinviare troppo i benefici sui quali le imprese confidano“. “Apprezziamo il fatto che il decreto si ponga nella logica di cambiare rotta e che si parli di un nuovo regolamento che sostituisca precedente sistema”, ha affermato la componente della Giunta e presidente di Terziario Donna Patrizia Di Dio.
Rimangono però molte “perplessità legate alla definizione del periodo transitorio” perché “abbiamo un regolamento tra 180 giorni” ma anche “disposizioni che sono già in vigore e che condizionano i bandi che saranno emanati con la nuova disciplina e allo stesso tempo il mantenimento in vita di linee guida Anac in tutto il transitorio”.
Confcommercio auspica poi che sia impostata “nel sistema una disciplina specifica esclusiva per servizi e forniture che garantisca partecipazione delle piccole e medie imprese” attraverso un “intervento sull’articolo 51 sui lotti cercando di creare una definizione dei lotti che tenga in considerazione una disciplina specifica della fornitura dei servizi”.
Anche per Cna il decreto in sé potrebbe essere positivo, ma rimane il problema della regolamentazione della materia, che non verrebbe disciplinata in toto, limitandosi ad interventi mirati. Secondo l’associazione, in audizione al Senato, si sono poi introdotte modifiche di carattere peggiorativo, su tutte “il ripristino a 40mila euro dell’affidamento diretto e l’incremento al 50% della possibilità di subappaltare”.
Per gli artigiani sono misure “prioritarie e indifferibili” la “suddivisione in lotti” degli appalti, senza la quale, di fatto, le piccole e micro imprese vengono escluse, e “la valorizzazione delle imprese sul territorio”. In questi anni, infatti, “numerosi affidamenti sono avvenuti attraverso maxi gare con suddivisione in lotti di importo talmente elevato che di fatto le micro e piccole imprese sono state ab origine escluse dal mercato”.